Il signore dell’anello – 3
Nell’area di servizio di Settebagni Interna il personale è gentile. Perché si chiami Settebagni Interna non l’ho mai capito, visto che il quartiere di Settebagni da qui dista diversi chilometri. Né ho mai capito perché, visto che ce n’è una Interna, non esista anche una Settebagni Esterna, magari qui di fronte, dall’altro lato del GRA. Misteri del Raccordo.
Comunque, senza pormi ulteriori domande, risalgo in macchina per proseguire il percorso, in direzione est.
Il lungo rettifilo
In questo tratto del Raccordo Anulare non ci sono curve nemmeno a volerlo. È tutto un lungo interminabile rettifilo, scandito, di tanto in tanto, da luoghi dell’immaginario che stimolano la fantasia. Come, ad esempio, quella scritta “Brandimarte” che ogni romano conosce, senza sapere cosa sia.
Mi sono informato: è un’azienda di carte e imballaggi, attiva da un cinquantennio. Sta proprio lì, poco prima della Nomentana, giusto a fianco un altro nome leggendario, di cui risulta più chiara l’attività svolta: Eurolamp.
Il parcheggio dell’eros
Poco più avanti c’è un piccolo viadotto per l’inversione di marcia. Sotto, un’area di parcheggio, da qualche anno chiusa da una cancellata e non più fruibile dal traffico privato. L’Anas ha deciso così, forse per necessità, forse in un impeto moralista.
Un tempo, infatti, quando la sosta era possibile per tutti, quello era il paradiso degli scambisti. Ogni sera, ma anche in pieno giorno, singoli e coppie, in cerca di avventure, sostavano lì, scambiandosi messaggi luminosi coi fari delle macchine, più rapidi o più prolungati, a seconda del messaggio da inviare, come in un codice per iniziati.
Terre d’oriente
Arrivati all’altezza della Centrale del Latte e di Casal Monastero, il traffico di autovetture si fa improvvisamente più intenso. Ci stiamo avvicinando all’estrema punta est della Capitale. Via Tiburtina, l’uscita per l’Aquila e per la Tangenziale Est.
Il rettifilo già non è più tale, via via che mi sposto verso oriente. Ecco La Rustica, con i suoi capannoni. Poi la Prenestina e infine l’uscita 17, forse la più orientale. Quel numero, si dice, è sfortunato ed è toccato in sorte a Tor Bella Monaca. Data la fama del quartiere, sembra quasi uno scherno feroce, voluto dagli ingegneri Anas.
Poco più avanti c’è un’altra grande area di servizio: Casilina Interna. Faccio una breve sosta, visto che poi non ce ne saranno altre di aree così, in tutta la parte sud del Raccordo. Chissà perché. Il parcheggio è ampio e un po’ assolato. Arresto il motore. Scendo.