Roma sotto le bombe, atomiche

Da mesi si parla di un inverno freddo per l’Europa a causa delle sanzioni europee contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, che hanno mandato alle stelle il prezzo del gas e dell’elettricità. Ma con l’ultimo annuncio del leader russo Vladimir Putin, che fa temere non solo l’allargamento del fronte di guerra ma anche l’uso dell’arma nucleare, il rischio è che l’inverno invece diventi molto, molto caldo. Di più: radioattivo.

Dal 1945, lo spettro della guerra nucleare non è mai sparito dallo scenario internazionale. È ricomparso al tempo della guerra in Corea, poi nella crisi dei missili a Cuba, poi ancora nella corsa agli armamenti degli anni Ottanta, nelle relazioni difficili tra India e Pakistan, nel confronto con la Corea del Nord e con l’Iran, e certamente dimentichiamo qualche altro teso passaggio storico. Ora torna con l’Ucraina. L’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday Clock), cioè l’orologio simbolico in cui la mezzanotte equivale alla fine del mondo, ideato nel 1947 dagli scienziati atomici pacifisti statunitensi del BAS, è da un po’ di mesi fisso a 100 secondi dall’ora X. Il momento in cui la lancetta era più lontana dall’Apocalisse nucleare, invece, fu nel 1991, al momento del Trattato sulla riduzione delle armi strategiche, e del crollo dell’Urss.

C’è un vero rischio, ora, con la Russia di Putin? Chissà. Però, dal marzo scorso i media – anche perché l’ansia fa aumentare i clic in rete e i clic fanno aumentare gli incassi pubblicitari – continuano a interrogarsi sull’ipotesi che la guerra convenzionale diventi nucleare, sia pure di bassa intensità (cioè utilizzata soltanto sui campi di battaglia). E dunque anche noi abbiamo deciso di partecipare al gioco.

Prima di tutto: dove nascondersi, se cominciano a piovere le bombe nucleari? Inutile cercare scampo in cantina quando suona l’allarme aereo, come durante la II Guerra Mondiale. No, c’è chi pensa a farsi costruire un vero bunker nucleare. Secondo il quotidiano “La Repubblica” il costo è di 3.000 euro a metro quadro, ma ci vuole tempo per realizzarne uno, circa sei mesi. Meglio dunque cercare rifugio preventivamente lontano da Roma (dove esistono comunque alcuni bunker degni di nota, come quello Savoia o quello dell’Eur) nella seconda casa in campagna o al mare, come ai tempi del lockdown da Covid. Se non l’avete, c’è però un enorme bunker non lontano dalla Capitale: quello del Soratte. Un reticolo di gallerie fatte scavare Mussolini negli anni Trenta, per accogliere nel fondo della montagna l’establishment del fascismo, del governo e delle forze armate nel caso di un’estrema, finale resistenza al Nemico. In totale, 4 km di gallerie, utilizzate però alla fine dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943.

Intanto, per farvi un’idea di quel che potrebbe succedere nello scenario peggiore, cioè di una vera guerra atomica, guardate questo video, realizzato dall’Istituto Nobel norvegese, che stima 120.000 morti un raggio di 2 km dal punto di impatto di una testata nucleare e mezzo milione complessivamente in un raggio di una decina di km.

 

Se volete invece esercitarvi voi stessi e simulare le conseguenze di vari tipi di attacchi atomici, qui trovate gli strumenti utili. Abbiamo per esempio immaginato lo scoppio di una “bomba sporca”, cioè un piccolo ordigno della potenza di 100 ton, accanto a Palazzo Chigi e alla Camera dei deputati.

In questo caso, l’esplosione genererebbe una palla di fuoco di un raggio di 30 metri, pesanti distruzioni per un raggio di 100 metri, radiazioni probabilmente fatali per oltre 500 metri.

 

Una bomba come quella di Hiroshima avrebbe invece questo effetto:

Mentre questo sarebbe il risultato di un missile SS25:

Ovviamente, giochiamo a metterci paura da soli, dando per scontato che nessuno possa davvero credere che l’arma nucleare rappresenti davvero una soluzione ai conflitti. O meglio, potrebbe essere la soluzione definitiva, almeno per qualche migliaio di anni, ma senza vincitori.

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