La rinascita del Rinascimento
A vedere i costumi sfarzosi che sfilano nell’antico borgo, sotto il castello di Giulio II, c’è da credere davvero che si tratti di una tradizione quattrocentesca, oppure di essere finiti chissà come indietro nei secoli, proprio come accadde ai protagonisti di “Non ci resta che piangere”.
Invece, il Palio di Ostia Antica ha appena due decenni di vita. Nacque intorno al Duemila, come una semplice sfilata di ragazzi della scuola media locale, abbigliati in costumi di foggia rinascimentale e accompagnati da “figuranti ludici”, quali giullari, giocolieri e trampolieri.
Da un’iniziativa nata per gioco, anno dopo anno, l’evento si è trasformato in una vera e propria manifestazione storica, a cui è stata anche abbinata una sfida agonistica fra diverse contrade.
Ovviamente le contrade stesse non sono retaggio di una storia plurisecolare, come avviene ad esempio a Siena, ma sono un’invenzione recente, tanto che si è provveduto a suddividerle in contrade “storiche”, cioè quelle delle zone già esistenti durante il periodo rinascimentale, quali “Borgo”, “Castello” e “Gregoriopoli” e contrade “territoriali”, cioè quelle delle aree di più recente costruzione, come “Longarina”, “Saline” e “Stagni”.
Dunque, nonostante i costumi dei partecipanti ricordino gli abiti di Raffaello o di Michelangelo, tutto è stato inventato di sana pianta, ex novo. Eppure trovo che proprio questo sia uno degli elementi più positivi di una manifestazione come questa.
L’invenzione di un Rinascimento mai esistito storicamente in quei termini presentati dal Palio, non ha nulla di posticcio, di grottesco, ma è anzi l’indice di un desiderio diffuso di conoscere meglio il proprio passato, di riportarlo in vita, di rinnovarlo nel presente.
Un desiderio diffuso che ha portato una crescente partecipazione di residenti e di pubblico, al punto che il Palio ha dovuto sdoppiarsi. Oggi, infatti, i pali di Ostia Antica sono due. Il primo, chiamato “Palietto” si svolge nel primo sabato dopo il solstizio d’estate, mentre il Palio vero e proprio si allunga in due giornate, nel week end più vicino all’equinozio d’autunno, che quest’anno cade il 24 e 25 settembre.
Durante le giornate di Palio, oltre alle sfilate storiche, alle rievocazioni d’epoca, agli spettacoli a tema, si svolgono vere e proprie giostre a cavallo, con sfide, che portano una delle sei contrade in gara alla vittoria finale.
Dunque il Palio di Ostia Antica è un’invenzione del nuovo millennio che si sta rapidamente trasformando in “tradizione”. D’altronde non è una novità. Anche quella che oggi è la più famosa festa popolare romana, cioè la trasteverina “Festa de’ Noantri”, nacque allo stesso modo, quando, nei primi anni del novecento, si decise di creare una serie di spettacoli ed eventi, partendo da un’antica leggenda cinquecentesca, quella della madonna Fiumarola, che fece da spunto per costruire intorno una nuova grande festa, divenuta rapidamente “tradizionale”.
Qualcosa di analogo accade anche ad agosto a Santa Maria Maggiore, durante la stupefacente nevicata che viene rievocata ogni anno, a ricordo di un evento miracoloso, avvenuto nei primi secoli del cristianesimo, rimasto dimenticato per oltre un millennio e poi riportato in vita solo negli anni ottanta del secolo scorso. E da allora divenuto anch’esso “tradizionale”.
Per non parlare della sfarzosa sfilata, in abiti imperiali, di patrizi, matrone, vestali, centurioni, gladiatori, che, partendo dal Circo Massimo, attraversa i Fori e il centro storico, ripetendosi ogni 21 aprile, in occasione del Natale di Roma.
Anche in molti altri borghi italiani, oltre che nella Capitale, antiche tradizioni dimenticate sono state riportate in vita negli ultimi decenni. Oppure sono stati inventati dal nulla Giostre, Pali, o altro tipo di sfide fra contrade, dichiarate sempre come antiche, ma in realtà modernissime e create con un tratto di penna su una qualche piantina, pochi anni fa.
Come detto prima, è bene che ciò accada e che queste rievocazioni si moltiplichino ovunque. Tanto più che , quasi sempre, si tratta d’iniziative che nascono in modo spontaneo, per l’entusiasmo di qualche associazione del territorio e che si sviluppano poco a poco, grazie alla voglia di tante persone di far rivivere pezzi di storia.
Un modo, semplice e autentico, di creare un legame più forte fra il territorio e i propri abitanti, un amore per il quartiere e la sua storia, che altrimenti rischierebbe di perdersi.