I Gladiatori di via Appia
Avete presente il film “Non ci resta che piangere”? In quella pellicola, Troisi e Benigni, dopo essersi avventurati in macchina per alcune stradine isolate, si ritrovavano all’improvviso in pieno medio evo. A Roma c’è la possibilità di fare un salto nel tempo ancora più grande e con le stesse modalità.
Basta superare Porta San Sebastiano, imboccare la via Appia Antica e svoltare a destra all’altezza del civico 18, per un vialetto sterrato. Dopo pochi metri, troverete un cancello che sbarra il passaggio alle auto. Lasciate lì la macchina, proseguite a piedi e, come d’incanto, vi ritroverete catapultati ai tempi degli imperatori.
Siete infatti arrivati nella sede del Gruppo Storico Romano, un’associazione che, da circa trent’anni, si occupa di ricerche e di rievocazioni storiche, di tutela del patrimonio culturale dell’Urbe e di approfondimento sulle usanze e i costumi dell’antica Roma. E che, perciò, all’interno di uno spazio di diversi ettari, semi nascosto dalla vegetazione, ha ricostruito un vero e proprio villaggio romano.
Ad accogliermi trovo nientemeno che la quintessenza della Roma antica: lui, l’imperatore Nerone. È questo il nome di battaglia con cui è infatti conosciuto il presidente del Gruppo Storico, Sergio Iacomoni, persona schietta e dalla simpatia contagiosa, appassionato di storia romana.
“Te l’aspettavi un posto così? Non lo conoscevi, vero?”, mi fa. Sono costretto a rispondere di no ad entrambe le domande. Credevo di andare a vedere un semplice ufficio, magari con qualche riproduzione della Roma antica appesa alle pareti e, invece, mi ritrovo a vivere un viaggio nel tempo.
Alla mia sinistra c’è un piccolo anfiteatro, dove ogni venerdì sera, da maggio a settembre, va in scena un nuovo spettacolo: combattimenti tra gladiatori, danze tipiche dell’antica Roma, istrioni, vestali, soldati romani. Non manca nulla, nemmeno la mescita di “mulsum”, il vino al miele aromatico, che viene servito a tutti i presenti.
Alla mia destra, invece, in uno sterrato, un gladiatore sta insegnando i suoi segreti a un gruppo di ragazzi statunitensi. È la Scuola Gladiatori Roma, che ogni giorno organizza corsi teorici e pratici, con lezioni sulla storia dei gladiatori e un addestramento sui movimenti e le posizioni, sia di attacco che di difesa, da tenere durante i combattimenti.
“Abbiamo moltissime persone che vengono qui e prenotano i nostri corsi direttamente dagli Stati Uniti o da altre località estere – mi dice Iacomoni, con un pizzico di rammarico nel suo tono di voce – Il paradosso, infatti, è che siamo molto più conosciuti all’estero che in Italia e anche molto più apprezzati. Qui, in pochi sanno della nostra esistenza, Però, continuamente ci chiamano, da ogni parte del mondo, per partecipare a rievocazioni di ogni tipo. E quando arriviamo lì, veniamo spesso accolti con tutti gli onori, da autorità di ogni livello, anche ministri e presidenti, quasi come se io fossi davvero l’imperatore di Roma”.
Una stima e una notorietà internazionale, che ha fatto sì che nel mondo siano sorte numerose “imitazioni”. Associazioni di vario tipo, tutte innamorate della Roma imperiale, che poi, in occasione del Natale di Roma, si riuniscono per la grande rievocazione al Circo Massimo e ai Fori, organizzata proprio dal Gruppo Storico Romano. Quest’anno se ne contavano quasi un centinaio, provenienti dai luoghi più disparati.
Superata l’arena dei gladiatori, all’interno di questo luogo incantato, che sembra il set di un film, c’è anche un piccolo museo. Vi sono esposte armature di legionari, pretoriani e gladiatori, ricostruzioni di macchine da guerra, oggetti della vita quotidiana dell’antica Roma. Quando entro, una guida sta illustrando il tutto a un gruppo di turisti sloveni.
La particolarità del museo, è quella di essere stato concepito come un luogo “da vivere”, oltre che da ammirare, con la possibilità, per i visitatori, d’indossare elmi e armature, fare lanci con l’onagro, azionare l’ariete, cioè di sentirsi per un attimo dei veri antichi romani. Anche quel gruppo di turisti che era lì al mio arrivo, difatti, ne sta approfittando.
Di fianco al museo, Nerone mi porta a visitare anche il magazzino. Lì, è un florilegio di toghe e di peplum, di daghe e di corazze, d’insegne, quelle che i soci indossano e issano durante gli spettacoli. Sono diverse centinaia i membri del Gruppo Storico che partecipano a queste rievocazioni. A dare man forte a Nerone, ci sono, tra gli altri, il “Salustro”, grande conoscitore della storia e delle leggende di Roma, volto e voce nota agli ascoltatori di Dimensione Suono. Per non parlare di Maurizio Battista, spesso nel ruolo di “testimonial” delle attività dell’associazione.
Saluto e ringrazio Nerone, ripromettendomi di tornare lì al più presto. Esco dal cancello, per rientrare nel caos del ventunesimo secolo. Per un po’, per vedere quanto accade lì, dovrò accontentarmi dei reportage di qualche rivista specializzata o di qualche canale tematico, dal National Geographic a History Channel, con cui il gruppo spesso collabora nella realizzazione di documentari.
Quando mi immetto su via Appia, non vedo bighe ma solo automobili. Il viaggio nel tempo sembra svanito, quasi fosse stato un sogno. Eppure, a volerlo, è sempre lì, a portata di mano: in via Appia Antica 18.