Buzzicona
La buzzicona più famosa e amata di Roma, è stata sicuramente lei: Anna Longhi, compagna del grande Alberto Sordi nel memorabile episodio “Le vacanze intelligenti” del film cult “Dove vai in vacanza?”, quando, seduta su una sedia alla Biennale di Venezia, alcuni amanti dell’arte contemporanea, scambiandola per una scultura, volevano comprarla per diciotto milioni.
“Sei così de costituzione, un po’ grassoccia, un po’ buzzicona” le diceva sempre Sordi, nella scena di un altro film: “Il tassinaro”. Scomparsa nel 2011 – poco dopo aver inaugurato un ristorante che, ovviamente, ha voluto chiamare proprio così: “La Buzzicona” – Anna Longhi ha contribuito non poco al successo del termine, da allora utilizzato spesso al cinema e in tv, negli spot, nei cinepanettoni, nelle fiction.
Ma perché si dice così? L’etimologia è piuttosto semplice e diretta. La parola deriva da “buzzico”, un contenitore, solitamente di metallo, con un’ampia pancia e un beccuccio, che viene utilizzato per versare l’olio, sia in cucina che in meccanica.
Il termine cominciò ad essere usato sul finire del Settecento, per poi avere molto successo negli scritti del Belli. A sua volta, la parola buzzico deriva da “buzzo”, che indica la pancia di alcuni uccelli che, ingerendo l’erba, si provocano un forte gonfiore.