The Viminale Show
È un “evento spettacolare” che pochi romani conoscono, anche se si ripete immancabilmente da anni, prima di ogni elezione nazionale o locale. Sto parlando della presentazione dei simboli politici presso gli uffici del Ministero degli Interni.
Quello che, in teoria, dovrebbe essere solo un passaggio tecnico e amministrativo, si è negli anni trasformato in un vero e proprio show, a cui soprattutto i partiti minori non vogliono mancare, per approfittare dei minuti di celebrità concessi loro dalla presenza di telecamere, di fotografi e di giornalisti.
La piazza del Viminale si trasforma così in un “red carpet” per politici navigati e personaggi astrusi, per “scappati di casa” e per vecchie glorie, con momenti di vero e proprio teatro, comizi improvvisati, sfilate in favore di telecamera, oltre a una sorta di gara non ufficiale per accaparrarsi il titolo di “personaggio più improbabile”.
Ci sono tutti: dai grandi partiti nazionali, a sigle ricche di creatività, con movimenti di ogni tipo e simboli assurdi e curiosi, il più delle volte ignoti ai cittadini e raramente presenti sulle schede elettorali, anche se presentati da personaggi che sono spesso, da lustri, degli habitué di questo strano rito.
Chi da decenni non manca mai all’appuntamento, qualsiasi sia l’elezione imminente, è certamente Mirella Cece, che potremmo definire la vera regina del “Viminale Show”. Più che regina sarebbe meglio dire imperatrice – d’altronde è lei stessa a definirsi tale – visto che “Sacro Romano Impero Cattolico” è il nome del partito di cui lei è la leader.
A contenderle lo scettro di “prima donna”, è però arrivata da qualche anno anche Giusy Papale, pittrice, poetessa, scrittrice e show girl messinese – ma “appartenente al mondo” come scrive nel suo profilo – divulgatrice indefessa del pensiero lucentista, una “corrente spirituale – come ci spiega sul suo sito – che abbraccia e congiunge due secoli, il XX e il XXI”.
Tra gli uomini, il re indiscusso e indiscutibile del “Viminale Show”, invece, resta sempre lui: Giuseppe Cirillo, in arte “Doctor Seduction”, da anni sulla breccia, già aspirante sindaco di Roma col suo “Partito delle Buone Maniere”, ma stavolta presente al Viminale con la nuova sigla del “Partito della Follia”, arrivato all’appuntamento con tanto di sposa mascherata al seguito.
Certo, anche in campo maschile i concorrenti non mancano. Si va dall’immarcescibile Generale Pappalardo, presente in questa tornata elettorale col suo partito dei “Gilet Arancioni”, alla new entry Adriano Panzironi, vate della medicina alternativa sulle tv locali romane, ora alla guida di “Rivoluzione Sanitaria”, con tanto di ghigliottina in bella vista nel simbolo.
Poi, ovviamente, sul “red carpet” sfilano anche nomi e partiti in apparenza più rassicuranti, come l’immancabile Clemente Mastella, oltre ai vari galoppini dei partiti paludati, dal PD alla Lega, a Forza Italia, presenti anch’essi alla cerimonia, ma con meno voglia di dare spettacolo.
Non sappiamo ancora se li ritroveremo tutti anche sulle schede elettorali. Molto dipenderà da come andrà la raccolta firme – assai difficoltosa stavolta, dato il periodo ferragostano – a cui i partiti non presenti in parlamento dovranno sottoporsi.
Molti fra loro sanno già di non potercela fare, ma l’opportunità di apparire davanti ai cittadini, di farsi comunque conoscere dagli italiani, fosse anche solo per pochi minuti, è comunque valsa ai loro occhi la candela di questa curiosa e, per molti di loro, anche faticosa sfilata.
Le procedure, perciò, vanno avanti, in attesa di giungere alla fatidica data del voto, quella del 25 settembre 2022.
The show must go on!
Le immagini – per gentile concessione dell’autore – sono tratte dalla pagina Facebook de “I simboli della discordia”, il blog diretto da Gabriele Maestri, che da anni racconta con passione e competenza le vicende, gli aneddoti e le curiosità delle macro e micro formazioni politiche italiane.