Tira ‘na gianna!

“Tira ‘na gianna che sto a batte le brocchette!” Quando in città si abbassano le temperature, immancabilmente, nella Capitale, fa la sua comparsa la fantomatica “Gianna”, una corrente gelida tanto misteriosa da non sapere nemmeno se vada scritta con la maiuscola o con la minuscola. La gianna (o giannella), a Roma, è infatti un vento freddo, infido e rigidissimo, percepito spesso dagli abitanti della Città Eterna come se fosse una terribile tempesta siberiana. Ma perché si dice così? Come mai un vento ha il nome proprio di una persona? Chi o cosa è questa Gianna, che da secoli, per i romani, pare una sorta di divinità dei ghiacci, che fa la sua comparsa nei mesi invernali e va in letargo durante l’estate?

La signora Gianna

Le spiegazioni più affascinanti associano il nome del vento a quello di antiche popolane che vivevano nella Roma papalina. In una versione sull’etimologia del termine, si narra di una giovane trasteverina, che si chiamava Gianna, per l’appunto, di mestiere “fornarina”, come la donna amata da Raffaello Sanzio, che portava il pane appena cotto, ma che correva così tanto veloce con il suo pane in testa, da smuovere il vento. Un’altra versione parla invece di una Gianna più matura, una signora di mezza età, probabilmente in menopausa, che per far fronte alle sue caldane teneva sempre le finestre spalancate, anche in inverno.

La commedia dell’Arte

C’è chi dice invece che il termine provenga dalla commedia dell’arte, da Gianni, o Zanni, il servo buffo di tante rappresentazioni teatrali rinascimentali e che a Bologna, nella sua forma vezzeggiativa di zagno’cch, prese a indicare un vento di tramontana. Come dall’Emilia questo uso si sia poi trasferito nel dialetto romanesco non è però dato sapere.

I soldati spagnoli

Secondo altre fonti, nella diffusione della parola “gianna” c’è lo zampino degli spagnoli, che per secoli hanno avuto a Roma una propria guarnigione, nella zona intorno a quella che, non a caso, si chiama ancora oggi Piazza di Spagna. Il termine deriverebbe perciò dalla “gineta”, la lancia corta portata dagli ufficiali della milizia del re di Spagna. Il nome, successivamente, passò a indicare il frustino indossato dai soldati spagnoli. Il suono con cui quel frustino fendeva l’aria quando veniva agitato, ricordava il fischio del vento. Da qui al passare a indicare un vento freddo, il passo sarebbe stato breve.

Le finestre portoghesi

Un’ultima possibile spiegazione ci sposta dalla Spagna al Portogallo. La gianna potrebbe in quel caso derivare dalla parola portoghese jana, cioè finestra e indicherebbe quindi uno spiffero freddo che proviene dalle finestre e poi, per estensione, un vento gelido tout court.

Qualunque sia la sua reale etimologia, la gianna, riuscirà comunque, anche quest’anno, a irrigidire il clima degli inverni romani, facendo “batte le brocchette” ai suoi abitanti intirizziti, che cercheranno riparo per non “puzzasse dar freddo”.

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