Mezzo che nazzica

Mezzo ch’è proprio una parola antica, mezzo ch’è un neologismo, che ha vissuto una stagione di grande successo pochi anni fa, grazie a un divertentissimo video postato su YouTube.

Partiamo dalla parte tradizionale: la “nazzica” è un termine che, in origine, indicava un passo del saltarello, la tipica danza popolare del Lazio. A sua volta, il nome di quel passo deriva dal latino: nates natium, ovvero le natiche. Per estensione, la nazzica e il relativo verbo “nazzicare” ha poi preso il significato di traballare, ondulare, perdere l’equilibrio. Perlomeno questo è avvenuto a Roma, perché invece nella zona dei Castelli Romani viene più associato al gesto di cullare un bambino, mentre in Tuscia sta per camminare velocemente.

Da “nazzica” deriva anche la “nizza”, il gioco un tempo molto in voga fra i ragazzi romani, con un bastone fatto rigirare in aria e poi colpito al volo, un gioco conosciuto nel resto d’Italia come “lippa”. Derivano espressioni idiomatiche come “nizzicà e nazzicà”, che vuol dire rigirarsi nel letto senza riuscire a prendere sonno.

L’espressione “mezzo che nazzica”, invece, deve il suo successo a un video del 2014 di Edoardo Ferrario e Caterina Guzzanti, video che riuscì in poco tempo a totalizzare sul web oltre tre milioni e mezzo di visualizzazioni. In una divertente scena del video, c’è un improbabile studente che infarcisce il suo parlato di “mezzo che…”, espressione romana che sta per “un poco” e che, riferendosi a un tavolo un po’ traballante, dice testualmente “mezzo che nazzica”.

L’espressione colpì la fantasia e ottenne un immediato successo fra i giovani, romani e non, cioè fra quelle generazioni che da qualche tempo avevano smesso di usare abitualmente l’espressione “nazzicare”, ormai troppo vintage. E, per qualche tempo “mezzo che nazzica” divenne trend topic su internet. Un bel modo di rinnovare il dialetto e i modi di dire popolari, adattandoli ai tempi.

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