Stecca para pe’ tutti

Fuori dal Raccordo Anulare, è un’espressione che molti non avevano mai sentito, ma che è poi diventata abbastanza familiare con il successo di Romanzo Criminale, visto che lì i protagonisti ne fanno ampio uso. Ovviamente il sostantivo “stecca” ha anche un relativo verbo: “steccare”, termine che a Roma indica l’atto di dividere e non, come in italiano, quello di sbagliare. Non un dividere qualsiasi, però. Insito nella parola, c’è un senso democratico di divisione in parti eque, spesso esplicitato da quel “para pe’ tutti”, cioè con proporzioni uguali per ciascuno, che quasi sempre l’accompagna.

In effetti quell’aria di complicità malavitosa che l’espressione sembra suggerire, non è causa della suggestione che può provocare l’averla sentita in bocca, in un film e in una serie tv, ai membri della Banda della Magliana. In effetti, il termine ha iniziato a diffondersi proprio negli ambienti criminali. Questo a causa della sua origine. Perché “stecca” è uno di quei paradossali giochi linguistici del destino, che hanno fatto in modo che una parola proveniente dal nord, abbia avuto successo a Roma e venga dunque conosciuta oggi come gergale “romanesca”, anche in quella Lombardia da cui proviene.

Più che di Lombardia, è il caso di parlare di Longobardia. Il termine, infatti, è di origine medievale e longobarda. In alcune sue conferenze – divenute virali sul web, grazie anche a numerose parodie – lo storico e medievista Alessandro Barbero, ha ricordato spesso come molte parole italiane abbiano origini longobarde. Anche parole insospettabili e che oggi associamo al sud, come la parola “pizza”, ad esempio. Oppure come il romanesco “stecca”, per l’appunto.

Il termine longobardo originale era “stek”, che significa palo, cioè la persona che vegliava durante una rapina, per avvertire i malviventi in caso di arrivo delle guardie. Da lì è passato a definire il bottino, la refurtiva e poi, per traslato, la suddivisione di quella refurtiva e di quel bottino. In questi termini la utilizzò nei suoi romanzi sulla periferia romana, anche Pier Paolo Pasolini. Col tempo, però, l’espressione, a Roma, ha perso la sua connotazione originaria, il suo retrogusto da bassifondi criminali e viene usata come sinonimo di “divisione” un po’ da tutti, anche nella “Roma bene”.

“Se steccamo ‘na pizza?” può perciò dire oggi un qualsiasi ragazzo capitolino, da Torbella ai Parioli, ignaro del fatto che l’intera sua frase, che pare proprio moderno slang romanesco, l’abbiano coniata nel medioevo alcuni uomini del nord dalle lunghe barbe, quelli che per due secoli dominarono l’Italia: i Longobardi.

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