Parking Roma-Fiumicino
Se fossimo ancora negli anni ottanta, verrebbe da pensare che si tratta di emuli di Carlo Verdone e del suo personaggio di Rolando Ferrazza, in arte Padre Michael Spinetti, quello che, in “Acqua e sapone”, sostava spesso con la sua bella, o con i suoi amici, accanto alle piste dell’aeroporto di Fiumicino, per vedere gli aerei al momento del decollo e dell’atterraggio.
Peccato, però, che gli anni ottanta siano finiti da un pezzo e che il ricordo di quel film – uscito nelle sale nel 1983 – sia ormai un po’ sbiadito. Dunque, questa suggestiva teoria, sembrerebbe stare in piedi con grossa difficoltà.
Eppure, a chiunque abbia percorso la Roma-Fiumicino in direzione aeroporto, in qualsiasi periodo dell’anno, a qualsiasi ora del giorno e della notte, è sicuramente capitato di vedere decine di macchine in sosta al lato della strada, nella corsia di emergenza, proprio all’altezza delle piste, poco dopo gli svincoli per Fregene e per Parco Leonardo.
Una sosta che, in teoria, sarebbe vietata, se non per ragioni di “emergenza” per l’appunto – cosa improbabile per un numero così alto di autovetture e tutte nello stesso tratto – e che, in base al codice della strada, può comportare multe fino a 1485 euro, oltre alla sospensione della patente fino a sei mesi.
Eppure, nonostante lo spauracchio di sanzioni non proprio leggerissime, la sosta in quel tratto autostradale pare essere una sorta di strana abitudine, che non accenna a passare di moda. Perché? Chi sono quegli habitué del parcheggio in corsia d’emergenza? Cosa li spinge a perseverare in una curiosa usanza, vietata e, per molti versi, anche pericolosa?
I “parenti”
A quanto pare – anche a seguire i blog, i siti e le pagine social che si sono occupate del fenomeno – a sostare in quel tratto di autostrada, sono categorie di persone piuttosto variegate, spinte a fermarsi lì da motivazioni molto diverse fra loro.
La prima di queste categorie è quella di coloro che si muovono con anticipo in direzione Fiumicino, per andare a prelevare qualche parente o amico, in arrivo all’aeroporto. Costoro, in attesa di quell’arrivo, finiscono per parcheggiare ai bordi dell’autostrada, allo scopo di non pagare i parcheggi in aerostazione. Pronti poi a ripartire quando, dal cellulare, ricevono un messaggio o un segnale che il volo è atterrato.
Dunque il fenomeno, in questo caso, sarebbe nato in conseguenza dei controlli sempre più rigidi che vengono effettuati in aeroporto e che non permettono più di fermarsi “un attimino” in attesa dell’arrivo dei familiari. Certo però, in tal caso, per gli automobilisti arrivati a destinazione con troppo anticipo rispetto all’atterraggio dei parenti, ci sarebbero validissime alternative, del tutto legali e meno pericolose.
Potrebbero, ad esempio, dirigersi verso l’abitato di Fiumicino, che dista pochi chilometri dai terminal e lì aspettare l’arrivo dei voli, oppure attendere nel parcheggio lunga sosta, anziché sulla corsia di emergenza, anch’esso distante qualche chilometro dai terminal, e che consente una sosta gratuita di 60 minuti.
Gli “spotters”
Una seconda categoria è quella che viene definita col termine anglosassone di “spotters”. Proprio come il Verdone di cui parlavamo all’inizio, sono persone che amano vedere gli aerei da vicino, mentre atterrano o decollano. A sentire la polizia stradale, è questa la motivazione più ricorrente che viene data dai conducenti delle autovetture in sosta, durante i controlli.
C’è però da dire che i più fanatici appassionati di questo passatempo, che sono riuniti addirittura in un club ufficiale, il “Roma Spotters Club” – che vanta una pagine Instagram con oltre dodicimila followers – sanno bene che la Roma-Fiumicino non è un buon punto d’osservazione, né il più adatto per scattare foto o girare video. Molto meglio via Coccia di Morto, oppure via delle Idrovore di Fiumicino, tutti luoghi che permettono un contatto più “intimo” con gli aerei.
Le teorie più “fantasiose”
Ecco perciò che, non risultando del tutto convincenti le precedenti ipotesi, c’è anche chi avanza sospetti di altra natura, con versioni più piccanti o più torbide dei reali motivi che si nascondono dietro al fenomeno.
Ad esempio c’è chi pensa che la corsia d’emergenza della Roma-Fiumicino possa essere stata scelta come un luogo d’appuntamento per scambisti. Certo un luogo decisamente molto frequentato, rispetto agli standard abituali per questo tipo di luoghi d’incontro, che solitamente prevedono anche una certa privacy.
Una ulteriore ipotesi è quella di chi ritiene che la sosta possa essere uno stratagemma dei taxi abusivi che fanno servizio a Fiumicino, e che sostano da quelle parti, in attesa di partire dopo l’imbeccata di colleghi o di “pali” che danno il via libera dall’aeroporto.
I controlli
Ovviamente sta alla polizia stradale e all’Anas scoraggiare il fenomeno, predisponendo controlli continui sull’autostrada per evitare che prima o poi questa abitudine possa causare qualche incidente. Nonostante i controlli, però, la “moda” non accenna a diminuire. Controllate le autovetture e sgomberata l’area, poco dopo si è punto e a capo, anche in piena notte, con una nuova fila di autovetture in sosta.
Il rischio è che la “moda” finirà per passare solo quando qualche incidente più grave andrà a turbare la placida sosta dei misteriosi habitué della Roma-Fiumicino, rendendo i successivi controlli più decisi e risolutivi. Un’ipotesi plausibile, ma che ci auguriamo possa essere scongiurata.