Ostia Antica bocciata in greco e latino
Sarà forse che quella del 2022, per l’Ostia Antica Festival, è ufficialmente la settima edizione della rassegna e che quindi, come nelle migliori famiglie, sta arrivando la crisi del settimo anno, fatto sta che la ripresa degli spettacoli estivi, presso il Teatro Romano dell’area archeologica, anziché scatenare l’entusiasmo, per una rassegna tornata dal vivo dopo le restrizioni della pandemia, sta facendo storcere il naso a qualcuno.
Ci riferiamo soprattutto ai “puristi”, agli appassionati di lungo corso, a quelli che, data la location, si aspettavano forse un cartellone incentrato sui classici dell’antichità greca e romana, o quantomeno volevano un po’ di Shakespeare, o forse un po’ di Pirandello, di Brecht, un po’ di opera lirica o di musica classica. Invece, al posto di Euripide, del Macbeth, o del coro dell’Aida, a inaugurare la rassegna, ci ha pensato uno showman come Rosario Fiorello, con uno spettacolo brillante e autoreferenziale, dal titolo: “Fiorello presenta Fiorello”.
In fondo, poco male. Anzi, dato il momento storico e sociale, farsi qualche risata all’aperto e in compagnia, in uno scenario affascinante come quello degli scavi di Ostia Antica, non può che fare del bene al cuore. Certo però, a scorrere il resto del cartellone, qualche piccola perplessità può venire. Non tanto per la qualità dei nomi e degli spettacoli, tutti di ottimo livello, ma per l’opportunità di presentare questo programma – adattissimo per una manifestazione estiva – all’interno di un parco archeologico.
Si va, infatti, dal recital di Marco Travaglio, a Lillo e Greg, da una commedia con Pino Insegno, a Peppino di Capri. E poi Marco Masini, le cover dei Queen e quelle di Lucio Battisti, Pablo e Pedro, il Festival della Magia, Max Angioini, Neri Marcoré, Katia Follesa, Di Plauto o di Sofocle, in effetti, nessuna traccia. C’è giusto giusto una Traviata a metà luglio e poi i Carmina Burana a settembre, quasi in chiusura di manifestazione.
Insomma, sarebbe davvero un cartellone di prestigio, ma se la manifestazione s’intitolasse, che so, una cosa come “Spettacoli in riva al mare”, oppure “Risate sotto le stelle” e si svolgesse sul lungomare di Ostia. In un antico teatro romano, qualche dubbio sulle scelte fatte per gli spettacoli in programma, invece, è comprensibile che possa anche venire. Tanto più che, a organizzare il tutto, c’è anche la stessa direzione del parco archeologico.
D’altro canto, io resto ancora convinto che un giusto mix fra teatro “alto” e spettacolo popolare, resti il modo migliore per far nascere, in un vasto pubblico, un amore autentico per il teatro. Dunque, ben vengano anche le sfide fra prestigiatori, all’interno di un parco archeologico. Magari però, avendo a disposizione oltre tre mesi di programmazione, un paio di date in più, dedicate ai classici – fosse anche solo per mandare fumo negli occhi e non fare storcere la bocca a nessuno – io le avrei piazzate.
Non è stato fatto, ma non è detto che questo sia, necessariamente, un male.