Lo scioglimento del Palaghiaccio
Era la più grande e prestigiosa struttura per il pattinaggio del centro Italia. Cinque piani, di cui due interrati, settantamila metri cubi, diciassettemila metri quadri calpestabili, con una capienza di oltre cinquemila posti a sedere. Inaugurato nel 1990, era anche divenuto rapidamente un luogo di ritrovo per i ragazzi di tutta Roma e dell’intera provincia.
Nel settembre 1991, quella struttura, al km 19 della via Appia Nuova, era diventata anche una prestigiosa sede di concerti. A dare il via ad una lunga e ricchissima stagione di musica, ci aveva pensato nientemeno che “The Voice” in persona: il grande Frank Sinatra.
Gli succederanno altre star internazionali, artisti come Barry White, Metallica, Peter Gabriel, Green Day, Emerson Lake and Palmer, Deep Purple, Iron Maiden, Van Halen, Cranberries, Red Hot Chilly Pepper, Smashing Pumpkins. Per non dimenticare, poi, il grande concerto dei Nirvana, esibitisi a Marino alla fine di febbraio del 1994, appena un mese prima della tragica morte di Kurt Cobain.
Anche gli artisti italiani non sono stati da meno: dai Lunapop a Piero Pelù, da Francesco Guccini a Lucio Dalla, dai Pooh a Gigi D’Alessio, tutti hanno fatto il loro ingresso al Palaghiaccio. E poi ancora: Subsonica, Marlene Kuntz, Tullio De Piscopo, Edoardo ed Eugenio Bennato, Michele Zarrillo, Nek.
La stagione dei concerti finisce però nell’estate del 2006. Per cinque anni il Palaghiaccio resta ancora in funzione come struttura per il pattinaggio. Ma nel 2011 scoppiano i problemi economici della proprietà e comincia una lunga agonia.
A seguito del fallimento della società Casabianca srl, titolare della struttura, il Palaghiaccio viene pignorato dal Tribunale di Velletri, su richiesta della banca Unicredit. Nel 2013, la sezione fallimentare velletrana stabilisce che l’immobile debba essere venduto.
La vendita avviene nel 2015, con trattativa privata. Ad acquistare il Palaghiaccio è la catena di supermercati Esselunga spa, al prezzo di circa 10 milioni di euro, più tasse ed oneri notarili. Nel frattempo, il tetto della struttura è collassato, rendendo necessari enormi lavori di ristrutturazione e ulteriori ingenti investimenti.
A differenza di quanto sperato da Esselunga, il Comune di Marino non ha però ancora accordato il cambio di destinazione d’uso dello stabile, indispensabile per trasformare il Palaghiaccio in un ipermercato. Un’ipotesi che, oltre tutto, genera subito forti proteste, sia da parte di alcune associazioni di cittadini e d’imprenditori locali, sia da parte di diverse forze politiche.
Eppure, a dare l’annuncio ufficiale dell’apertura del supermercato in quella struttura ex sportiva, era stato, nel 2018, nientemeno che l’allora vicesindaco di Roma, Gabriele Frongia, forte anche del fatto che, all’epoca, le giunte romana e marinese fossero entrambe a guida pentastellata.
Nonostante l’entusiastico annuncio capitolino, negli stessi giorni la giunta del comune di Marino si teneva però più cauta: “In riferimento all’Esselunga, al momento non è stato definito ancora nulla, vi sono solo ipotesi al vaglio”, dichiarava sulle pagine dei giornali locali, sempre nel 2018, l’assessore all’urbanistica di Marino, Andrea Trinca.
La maggiore cautela era dovuta a diversi fattori. A Marino, infatti, sapevano bene che l’iter per la realizzazione di un altro grande centro commerciale, previsto nella zona del Gotto d’Oro, oltre alla cementificazione di un’area denominata “Marino 2” e di un ulteriore centro commerciale noto come “Marino Green”, era già a buon punto. Come giustificare, davanti ai cittadini, la realizzazione di un ulteriore ipermercato a poche centinaia di metri di distanza?
Dunque, tutto l’iter viene rallentato, in attesa della fine della consiliatura, prevista nel 2021. Per trasformare l’ex Palaghiaccio di Marino in un grande supermercato, era necessario che l’ufficio tecnico comunale esprimesse parere favorevole al cambio della destinazione d’uso della struttura da “sportiva polivalente” a “commerciale”. Tale cambio poi, per strutture di questa portata, andava confermato dalla giunta comunale e infine dal consiglio comunale. Tutti passaggi che, pur trascorrendo gli anni, non vengono concretizzati.
Ciò che si è invece concretizzato, è semmai un nuovo piano regolatore della città, approvato a fine mandato dalla vecchia giunta a Cinque Stelle, poi decaduta a ottobre 2021 e sostituita da una maggioranza di centrodestra. Dalle Tavole del nuovo piano regolatore, la zona del Palaghiaccio viene definita come un’area da riqualificare in ambito ambientale, paesaggistico, ecologico, architettonico, etichettata con la sigla ARP, cioè Ambito di Rigenerazione Polarità.
È abbastanza evidente come queste definizioni lascino spazio a diverse – e spesso opposte – interpretazioni. Trasformare il Palaghiaccio in supermercato, sanandone le strutture, può essere o non essere considerata una corretta “rigenerazione” e un’operazione di pubblica utilità?
È su questi temi che si sta giocando ora la nuova partita marinese. Una partita urbanistica, economica e politica che, al momento, vede scontrarsi un centrodestra – attualmente in maggioranza – più favorevole alle ragioni di Esselunga e un centrosinistra piuttosto contrario all’ipermercato.
Nel frattempo sono passati undici anni dalla chiusura del Palaghiaccio e la struttura, priva di interventi di risanamento, prosegue nel suo degrado, aumentando, di giorno in giorno, anche il rischio di nuovi cedimenti e d’improvvisi crolli.