L’era dell’Acquario

Correva l’anno 2015 quando, per la prima volta, arriva l’annuncio ufficiale tanto atteso: “L’Acquario di Roma apre fra poche settimane”. Le settimane diventano un po’ più del previsto e, nel 2017, l’annuncio viene ripetuto. Senza esito. Trascorso un ulteriore biennio, una timida dichiarazione viene fatta anche nel 2019. Poi, scoppiata la pandemia, ci si riprova nel 2020 e ancora: “Entro dicembre 2021”.

Di anno in anno, di biennio in biennio, dell’opera che doveva fare impallidire l’Acquario di Genova, oltre a creare, sotto il laghetto dell’EUR, 350 nuovi posti di lavoro e una fiera permanente del Mediterraneo, si sono perse le tracce.
Nessuna nuova su quella meraviglia, quella struttura che, a sentire gli annunci, sarebbe capace di ridare a Roma il ruolo di capitale del “Mare Nostrum”, come ai tempi degli antichi imperatori.

Proprio “Mare Nostrum”, tra l’altro, si chiama la società a cui EUR Spa e il Comune di Roma, hanno dato in concessione l’appalto dei lavori. Una concessione che fra poco andrà a scadenza, rischiando così di mettere una pietra tombale sull’operazione.

Oltre 13 mila metri quadri. Il Sea Life Aquarium, con vasche tematiche e sistemi interattivi. E, soprattutto, l’Expo Mediterraneo, uno spazio espositivo permanente dedicato al mare. Questo il progetto, più volte ritoccato, ma rimasto, comunque, sempre valido nei suoi assi portanti.

Poi, problemi di natura finanziaria, infiltrazioni, ritardi nella consegna dei lavori, hanno sempre bloccato il collaudo definitivo. L’ultima data utile annunciata, è ora quella di Natale 2022, come dichiarato al Corriere della Sera, qualche tempo fa, dall’amministratore delegato di EUR Spa, Antonio Rosati.

Lo scetticismo è però d’obbligo. E il rischio che l’Acquario di Roma resti eternamente incompiuto, facendo la fine di Atlantide, sprofondata e dimenticata sotto le acque, è più che concreto.

 

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