“Vacanze romane” made in China
Cinquecentomila spettatori solo nei primi due giorni di programmazione. Sono questi i sorprendenti numeri di un film, uscito in Cina lo scorso 2 giugno, che vuole essere la versione 2.0 dell’indimenticabile “Vacanze romane”.
Lui non ha il volto di Gregory Peck, ma ha gli occhi a mandorla e si chiama Peng – interpretato da Xun Liu – grande popstar orientale, che arriva a Roma per partecipare a un reality show. Lei ha il corpo minuto e l’eleganza di una Audrey Hepburn, ma si chiama Mandy – interpretata da Yao Huang – è cinese, ha la passione per la cucina, vive in Italia da alcuni anni e sogna di andare a lavorare nello staff di Antonino Cannavacciuolo.
Coi ruoli di “ricco” e di “povero” invertiti fra il protagonista maschile e femminile, rispetto al noto film americano degli anni Cinquanta, “La ricetta italiana” ne ricalca la trama, con l’immancabile innamoramento fra i due, capace di far girare la testa e di stravolgere tutti i loro programmi e con il leggendario giro in Vespa per le vie della capitale, compreso nel pacchetto.
Ovviamente tutti i più iconici panorami di Roma sono inclusi nel prezzo del biglietto: dal Colosseo, alla Fontana di Trevi – con inevitabile lancio della monetina – a Castel Sant’Angelo, a Trastevere. Opera d’esordio per la regista pechinese Zuxin Hou, nonostante la trama esile e la sovrabbondanza di stereotipi su Roma e sull’Italia, il film riesce comunque a non scadere troppo nel kitsch e nella parodia involontaria del Belpaese.
Il merito sta nel fatto che, dietro alla realizzazione della pellicola, ci siano diverse mani italiane, capaci di evitare gaffe ed errori marchiani alla troupe. Italiano è Alberto Simone, autore del soggetto e della sceneggiatura. Italiano è Santi Pulvirenti, già collaboratore di Carmen Consoli e che ora firma una colonna sonora, che include anche brani di Ennio Morricone. Italiani, infine, sono i produttori Cristiano Bortone e Roberta Manfredi.
Se “La ricetta italiana” sarà adesso capace di diventare un’icona della Roma del nuovo millennio, come accaduto nel secolo scorso per “Vacanze romane”, lo scopriremo a breve.