La Vela? Meglio sul web
Dispiace dirlo, ma il modo migliore per guardare da vicino la vela di Calatrava nei pressi di Tor Vergata è su Internet.
Dunque lo si può fare, a patto di avere una connessione, che si stia a Helsinky oppure all’Eur, senza differenze apprezzabili.
E da lì godersi le riprese effettuate con i droni, efficaci nel descrivere la grande opera incompiuta del noto architetto spagnolo, poi naturalizzato svizzero, e spesso integrate da immagini che mostrano come sarebbe dovuta diventare.
Chi ci passa vicino, perché magari frequenta la seconda università cittadina, o perché si avvia in macchina verso Napoli, vede quasi di certo quella enorme pinna di squalo fatta di pieni e vuoti, ma da lontano.
Andarci apposta, per vedere meglio, è esperienza che si ferma ben prima della costruzione, interdetta e sorvegliata, ma rivela, o ricorda, che questa è la “Città dello sport”: nientemeno, come ribadito da vari cartelli che il tempo ha crepato con risultati quasi artistici.
Come conferma una semplice guardata su Google Maps, le due strutture, una soltanto potenziale, sono una coppia, e insieme una figura quasi mitologica nell’immaginario di questa città: sono una scarpa, quella che pur incompiuta si innalza, e una ciavatta, l’altra
Non ci si può avvicinare, ma osservare sì, ed è sorprendente che quella cosa sembri bella, impressione che spetta sempre, e senza appello, agli occhi di chi guarda. Che magari si mettono a giocare con uno squarcio nella recinzione, imitando San Pietro e il buco della chiave.
Non si capisce da lì, a meno di non saperlo già, che le vele in realtà sarebbero due: nuoto la prima, basket e pallavolo la seconda.
Come conferma una semplice guardata su Google Maps, le due strutture, una soltanto potenziale, sono una coppia, e insieme una figura quasi mitologica nell’immaginario di questa città: sono una scarpa, quella che pur incompiuta si innalza, e una ciavatta, l’altra.
Fin troppo ovvio immaginarle scarpe. Belle, finite, coi lacci e tutto. Accessorio imprescindibile, a meno di non essere Abebe Bikila, per fare sport, o altro, a Roma.
Io, che sarei rimasta a contemplarla solo nel web, finalmente so cosa si prova a vederla da vicino. Mbè, niente di più romano che sentirsi re con una scarpa e na ciavatta, emozione che conosco bene, quindi parecchio mia pure. Che bello guardare anche con i tuoi occhi, amico.