La mossa del Pinguino un film romano sul Curling senza oro
Gli Italiani hanno vinto l’oro nel Curling. Sembra una cosa strana un po’ come i Giamaicani che si cimentano nel Bob, soprattutto a quelli come me vittime di steoreotopi e luoghi comuni, detto in altro modo, più colto, di topoi. Forse molti di voi hanno visto il mitico film ‘Cool Runnings – Quattro sottozero’ della Disney, con il compianto, cioccinissimo, bravissimo e simpaticissimo John Candy. Quasi nessuno invece credo abbia mai visto la ‘Mossa del Pinguino’: scombiccherata storia romana su quattro matti che poco o nulla hanno avuto dalla vita, guidati da un ottimo Edoardo di Leo, sempre in preda a grandi ambizioni e sogni di gloria, che decidono di darsi appunto al curling seguendo il ragionamento secondo il quale pochi lo praticano e quindi non sarà poi così difficile primeggiare.
La regia, non proprio felice, è del romanissimo Claudio Amendola, gli altri protagonisti oltre a di Leo, che comunque riesce ad essere simpaticissimo, sono il buon amico di Amendola, Antonello Fassari (ricordate i Cesaroni), Ricky Memphis, che nel film fa le pulizie combinando mille guai, insieme a Di Leo ed Ennio Fantastichini. Il cast e il soggetto meriterebbero ma il film non riesce a fare quel salto che fece il Bob giamaicano della Disney. È quasi tutto ambientato tra Roma e Pinerolo dove i nostri partecipano alle selezioni per la Nazionale. Inutile dire che pur essendo una suadra di discreti bocciatori e capitani coraggiosi senza nave vengono massacrati, perdono tutti gli end facendo un solo punto grazie appunto alla mossa del Pinguino fatta da Bruno (Di Leo). Questo perché in realtà il movimento in Italia non è così modesto come loro immaginavano e come le olimpiadi si sono incaricate di dimostrare facendo vincere l’oro a Stefania Constantini e Amos Mosaner. Il film che segna il debutto alla regia di Claudio Amendola non è propriamente un capolavoro della cinematografia italiana ma se vi va si fa guardare fino alla fine.