Ci vuole il sindaco della notte
Pochi giorni fa, sono stati i Radicali romani, dopo una serie di misure restrittivi per i locali pubblici e la vendita serale di alcolici, a chiederlo al primo cittadino, con un comunicato rilanciato dalle agenzie stampa: “Chiediamo al sindaco Roberto Gualtieri di convocare gli ‘Stati generali della Notte’ per l’istituzione del sindaco della notte: serve al più presto un segnale di discontinuità con le politiche securitarie già rivelatesi fallimentari”, ha detto il segretario Leone Barilli.
Purtroppo la notte è sempre stata vista come una fase della giornata pericolosa e fonte di problemi, non come un mondo con la sua vita e la sua economia. Compito del sindaco della notte è di avvicinare il lavoratore, diurno e notturno, facendoli cooperare…
Mirik Milan
Già prima della pandemia, il rapporto di certi quartieri con la cosiddetta movida (o mala movida, secondo alcuni) cioè con locali notturni e piazze di ritrovo di giovani e giovanissimi era teso: proteste contro il rumore, il consumo di alcol, episodi di violenza. Ma dopo il lockdown del 2020 la situazione è, se possibile, peggiorata. Da una parte la necessità di uscire e ritrovare amici e persone è comprensibilmente cresciuta, nonostante il rischio-Covid; dall’altra è calato ulteriormente il grado di tolleranza dei residenti, che hanno protestato anche contro la decisione dell’amministrazione di offrire spazi gratuiti – cioè senza far pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico – agli esercenti, come una sorta di risarcimento per le difficoltà patite proprio a causa di lockdown e coprifuochi.
L’idea del Nachtburgemeester (la parola olandese per sindaco della notte) piace anche a Tobia Zevi, oggi assessore alla Casa di Gualtieri, che ne aveva parlato già a settembre scorso, prima delle elezioni: “Il sindaco della notte è una proposta che può contare su modelli importanti. Una figura che è stata già sperimentata con successo in grandi città europee, la prima è stata Amsterdam, poi si sono aggiunte Parigi, Berlino, Londra e altre ancora. Non bisogna ignorare i problemi, ma al contrario rispondere alla mala gestione di un fenomeno notturno. I giovani, il casino, le bottiglie rotte… Roma di notte non può ridursi a questo. Servono risposte organiche, mettere insieme sicurezza, diritto al sonno dei residenti, ma anche il legittimo diritto dei giovani e dei meno giovani a stare insieme, senza contare che il rilancio turistico ed economico passa anche per la vita notturna”.
Ma cos’è, questo sindaco della notte? Una trovata pubblicitaria? Una specie di sceriffo notturno? Un mediatore culturale? Un rappresentante del “popolo della notte”?
Il primo Nachtburgemeester ufficiale – perché in precedenza c’erano state figure di mediatori nominati dai locali o scelti dal pubblico notturno – è stato eletto ad Amsterdam nel 2002, col compito di consigliare il sindaco sulla politica da seguire sulla vita notturna in città, facendo in sostanza da raccordo tra il settore economico, il pubblico e le istituzioni.
Il più noto “sindaco notturno” è probabilmente Mirik Milan, un promoter di locali notturni famosi della capitale olandese, che è riuscito a far passare permessi di apertura 24 ore su 24 ore per alcuni club (non nel centro della città, dove il permesso riguarda un certo numero di giorni l’anno) e a ridurre il clima di violenza in alcune zone della città. Nel 2014 ha creato una vera e propria Fondazione, che ha svolto anche un ruolo di consulenza per altre città, olandesi e internazionali. E l’impegno di Milan è stato alla base della scelta di Londra, nel 2016, e poi di New York, nel 2018, di nominare un “Night Mayor”.
“La figura del sindaco della notte, esiste per ragioni economiche e sociali”, spiegava anni Milano fa in un’intervista a 31Mag. “La notte è trattata dalle istituzioni in maniera diversa rispetto al giorno, eppure non dovrebbe essere così perché sono molte le persone che vanno a lavorare al calare del sole… Purtroppo la notte è sempre stata vista come una fase della giornata pericolosa e fonte di problemi, non come un mondo con la sua vita e la sua economia. Compito del sindaco della notte è di avvicinare il lavoratore, diurno e notturno, facendoli cooperare”, prosegue. E aggiunge: “Parlo spesso con il sindaco (quello ufficiale), invio resoconti regolari al consiglio comunale e alle commissioni che si occupano di cultura e attività produttive”.
“Le grandi città hanno tutte gli stessi problemi con la nightlife: rumore, violenze, alcool. Noi cerchiamo di rappresentare le esigenze della nostra industria e trovare insieme soluzioni… la situazione ad Amsterdam è migliorata nettamente: con l’introduzione delle licenze 24h abbiamo bar e locali aperti tutta la notte. Questa è stata, certamente, la nostra più grande vittoria”. (Prima del 2012 il coprifuoco per i locali notturni era alle 5 del mattino).
A Milano, il sindaco Beppe Sala si è espresso positivamente nei mesi scorsi sulla richiesta (sempre dei radicali) di istituire la figura del “sindaco della notte”, ma per il momento non è arrivata alcuna nomina. Invece, a Trento una giovane consigliera comunale Giulia Casonato, 25 anni, ha ricevuto nel giugno 2021 dal sindaco Franco Ianeselli la delega alla vita notturna e alla vivibilità urbana. Il suo compito dovrebbe essere appunto quello di mediare tra le esigenze dei residenti, dei giovani e degli esercenti, in una città con una popolazione universitaria in crescita. Ma poco dopo l’assunzione dell’incarico è stata subito attaccata dal centrodestra, in nome della “pace e tranquillità” dei residenti, e il Comune ha poi disposto divieti per il consumo di alcol in alcuni luoghi all’aperto.
La questione ovviamente è, per una città come Roma: cosa e chi dovrebbe rappresentare il sindaco della notte (presumibilmente indicato dal Campidoglio, non eletto)? Non dovrebbe occuparsi strettamente di sicurezza, perché ci sono già organi preposti per farlo, né emettere ordinanze repressive, come ha fatto ampiamente il Comune in questi anni, con divieti sugli orari di apertura e somministrazione dell’alcol. Non dovrebbe rappresentare esclusivamente i cittadini che protestano contro il rumore, né i locali che vogliono restare aperti comunque. No, dovrebbe sforzarsi di trovare modelli nuovi e condivisi, perché non è giusto spegnere la vita notturna nella Capitale. E questo significa pensare a utilizzare di più certi spazi e certi luoghi della città e non per forza il centro storico o solo San Lorenzo, o il Pigneto etc; incentivare modelli alternativi all’aperitivo permanente e alla preminenza dei soli bar; occuparsi del trasporto delle persone, perché la notte circolano solo le auto, mentre si potrebbe pensare a sistemi diversi.
Insomma, il sindaco della notte dovrebbe governare un più vasto piano regolatore della notte.