L’addio a Raggi della stampa straniera

I media stranieri si sono occupati molto spesso di Roma, negli ultimi anni, soprattutto per le storie legate ai rifiuti, ai cinghiali, ancora prima agli strascichi della vicenda di Mafia Capitale. La Città Eterna madre-matrigna, che non funziona ma che è ricca di storia, arte e folclore, dove si mangia bene e la gente è anarchica e calorosa, etc etc è un luogo comune che viene ogni volta ribadito. Logico che anche il voto del 3-4 ottobre fosse al centro dell’attenzione dei giornali stranieri.

Il quotidiano britannico The Guardian, con la corrispondente Angela Giuffrida, fa la cronaca del primo turno elettorale che ha punito Virginia Raggi (unica donna finora a essere eletta alla guida della città, e la più giovane; e unica sindaca uscente a non arrivare al ballottaggio) scrivendo che comunque  “chi sarà eletto prossimo sindaco di Roma dovrà affrontare una sfida enorme per gestire una città complessa, afflitta da questioni profondamente radicate. Raggi si è dovuta accollare un debito di 13 miliardi di euro, quando ha preso il timone”. E il giornale dice anche, senza citare fonti, che “Un recente studio sugli ultimi cinque sindaci della città ha rilevato che la maggior parte non era riuscita a mantenere le promesse fatte durante le campagne elettorali”.
C’è anche il risvolto politico nazionale, cioè il “duro colpo” per il Movimento Cinque Stelle (M5S)”, che ha perso anche Torino.
“Raggi, che è stata la prima donna sindaco di Roma, ha ottenuto una vittoria schiacciante nel 2016 durante una fase fortunata per il populista M5S. Ha promesso ‘venti di cambiamento’ in una città in cui progressi significativi erano stati ostacolati da decenni di inefficienza e scandali di corruzione. Ma presto la delusione è arrivata, quando la spazzatura si è accumulata per le strade, gli autobus obsoleti sono esplosi spontaneamente, le stazioni della metropolitana sono state chiuse per mesi e sono comparsi altri graffiti sui muri”.

Sullo statunitense New York Times, Elisabetta Povoledo scrive che “gli elettori lunedì hanno clamorosamente bocciato la candidatura per la rielezione della sindaca di Roma, Virginia Raggi del Movimento Cinque Stelle, salita al potere cinque anni fa promettendo un cambiamento ma che non è stata in grado di arginare il degrado dei servizi e della qualità della vita che è diventato un segno distintivo della capitale. Invece, la signora Raggi, la prima donna a governare Roma e il sindaco più giovane, è rimasta coinvolta nel declino della città, guadagnandosi – insieme al il suo partito – una reputazione nazionale di incompetenza”.
La ormai ex sindaca, dice il giornale americano, “era una volta un punto luminoso nel firmamento dei Cinque Stelle, un partito anti-establishment che aveva incantato gli italiani che erano stanchi della classe politica del Paese. Ma i problemi della città si accumulavano sotto il suo controllo, così come la spazzatura non raccolta, attirando sciami di gabbiani, corvi e persino cinghiali affamati. Un’epidemia di buche non ha avuto alcuna soluzione. Gli autobus pubblici hanno preso fuoco e alcuni ciclisti si sono lamentati del fatto che le piste ciclabili istituite dal sindaco erano pericolose e mal tenute”.

Sul quotidiano svizzero di lingua francese Le Temps, Antonino Galofaro scherza sui cinghiali: “I cinghiali romani avranno la meglio sul movimento antisistema 5 stelle. Le immagini di questi animali selvatici che passeggiano tranquilli per le strade della capitale o si cibano di rifiuti sparsi ai piedi di cassonetti pieni fino all’orlo hanno invaso il Web a pochi giorni dalle elezioni comunali di domenica e lunedì. Il facocero è diventato il simbolo di una Roma abbandonata a se stessa. Le ultime proiezioni davano alla sindaca uscente Virginia Raggi quasi il 20% dei voti lunedì sera, circa sette punti dietro al candidato di sinistra”.

Eppure, secondo Oliver Meiler, corrispondente del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, “La sindaca 42enne credeva nella rielezione nonostante gli scarsi risultati dei sondaggi, ma non ci è riuscita… Paga il suo magro bilancio dell’amministrazione comunale, soprattutto il problema della spazzatura rimane irrisolto”.

Per Daniel Verdu, che da Roma scrive per il giornale spagnolo El Pais, la sconfitta di Raggi “mostra chiaramente la fine del ciclo dei grillini. Ora sarà il momento di riformulare la strategia nazionale nelle mani del suo nuovo leader, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte”.

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