I ragazzi del cinema Troisi
La riapertura della sala Troisi a Trastevere è stata lunga e laboriosa, ci sono voluti sei anni e diversi ostacoli da superare: dai problemi burocratici ai lavori di restauro, e infine il Covid che si è messo di mezzo. Adesso però è tutto pronto. L’inaugurazione è prevista per martedì 21 settembre con il film Titane di Julia Ducournau, Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes. La regista francese sarà presente alla prima, insieme ai due protagonisti, Agathe Rousselle e Vincent Lindon.
Sì, proprio quel film. Quello che aveva provocato le ire di Nanni Moretti su Instagram, anche lui in competizione a Cannes con Tre Piani. Nel post aveva scritto: “Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac. Invecchi di colpo. Sicuro”. Con la pubblicazione di una foto diventata virale.
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Tra il Cinema Troisi e il Nuovo Sacher ci saranno poco meno di duecento metri di distanza, quanto basta per immaginare che tra Nanni Moretti e l’Associazione Piccolo America, il gruppo di ragazzi che nel corso degli anni si è impegnato a mettere in salvo alcune sale cinematografiche della Capitale, possa nascere qualcosa di più che una sana competizione.
Presidente dell’Associazione è Valerio Carocci. Lui insieme ai suoi compagni ventenni sono diventati noti per la loro battaglia contro la chiusura del cinema America a Trastevere per il quale era prevista la demolizione e una riconversione in parcheggi e appartamenti. L’occupazione del sito inizia il 13 novembre 2012 e prosegue per due anni, fino allo sgombero. Poi nel corso del tempo, i ragazzi hanno continuato – anche quest’estate – a portare i film nelle strade e nelle piazze, con proiezioni a piazza San Cosimato e nelle periferie romane, con un progetto che è insieme sociale e culturale.
Chiedo ad Alberto Crespi, critico cinematografico e conduttore del programma Hollywood Party su Radio Tre, cosa ne pensa del confronto tra Moretti e Carocci: “Io sono amico di entrambi, sia di Moretti che di Carocci, e quindi auguro a entrambi un futuro glorioso. Più cinema riaprono in questa città disastrata e meglio è. Auguri a tutti, la cosa dolorosa sono i cinema che chiudono”.
Non c’è il rischio che due cinema così vicini si tolgano spettatori l’uno con l’altro?
Io sono milanese, fino all’85 sono vissuto a Milano, poi mi sono trasferito a Roma, per lavorare all’Unità. Per tutti gli anni Sessanta, Settanta e direi anche Ottanta, a Milano i principali cinema della città, tutte le prime visioni più prestigiose, erano tutte nella stessa via, in corso Vittorio Emanuele. In quel viale, quello dello struscio, c’erano – vado a memoria – il Corso, il Metro Astra, Excelsior, l’Ariston, il Pasquirolo, l’Ambasciatori, l’Apollo e a due passi anche l’Odeon che è stata la prima grande multisala.
Erano uno accanto all’altro, quindi due cinema vicini in realtà non sono una novità, la storia dell’esercizio di questo Paese, perché è stato così anche in altre città, ci insegna che non si rubano gli spettatori, dipende anche dalla programmazione naturalmente. Ma arrivo addirittura a dire che se uno non riesce ad entrare al Troisi va al Nuovo Sacher o viceversa.
Insomma, non vedi pericoli…
“Il pubblico è abitudinario, e se si abitua ad andare in una zona dove ci sono dei cinema di valore, poi ci torna. Sarebbe belle che a Trastevere tornassero l’Alcazar, il vecchio Esperia, il Reale…Secondo me il Troisi e il Sacher non si danneggeranno, anzi potrebbero addirittura aiutarsi l’un l’altro, naturalmente facendo ognuno la propria programmazione.
L’idea che adesso al Sacher va Tre piani di Moretti e che il Troisi apre con Titane, il film che ha vinto la Palma d’oro e su cui Nanni ha fatto quel post su Instagram, molto spiritoso e abbastanza feroce, è una notizia, è una trovata, anche se temo che Moretti non lo trovi divertente: però io spero che entrambi i film vadano bene. Lo slogan per me è: più siamo, meglio stiamo. Speriamo che vada così.
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Al di là del confronto con Moretti, in questo periodo, con la crisi che le sale cinematografica stanno soffrendo anche da prima del Covid, la riapertura di quello che un tempo era l’Induno (dal nome della via), è un buon segnale.
Tra l’altro al Troisi non si proietteranno solo dei film: al suo interno sarà ospitata un’aula studio-biblioteca, aperta tutti i giorni (e, pare, 24 ore su 24) per un totale di 80 postazioni. Il cinema è situato all’interno dell’edificio dell’ex GIL, che dopo diversi passaggi di proprietà è arrivato a Roma Capitale nel 2015. Infine, il Campidoglio ne ha concesso la gestione, mediante bando pubblico, all’Associazione Piccolo America.
C’è da augurarsi davvero che il ritorno delle proiezioni al Troisi possa essere il segnale per una rinascita culturale di Roma.