Roma, il fiume e la spiaggetta della Raggi
Che Roma sia attraversata da un fiume è noto a tutti: anche – e la cosa non dovrebbe stupirci – agli amministratori e ai candidati sindaci, minisindaci e via diminuendo. Il Tevere è un luogo con una sua storia e una sua bellezza non separabili da quelli della Città Eterna, ma certo con qualche grado di autonomia. Per non andare troppo indietro nel tempo, evitando di rievocare Roma Antica, i suoi fondatori e i suoi Cesari (in questo periodo molto cari a uno dei candidati sindaci), basti pensare alla passeggiata di Toni Servillo lungo i muraglioni nel film “La grande bellezza’ di Paolo Sorrentino. L’alba, la bianchezza, i ponti, il cielo, i monumenti.
Da allora – era solo il 2013 – Roma ha abbandonato la retorica sulla sua incredibile e commovente bellezza, per abbracciare la narrazione sul suo inevitabile degrado e declino. Quella della città e anche del suo fiume, per le persone che vivono sotto i ponti in attendamenti più o meno improvvisati, per lo stato di abbandono delle banchine e dei muraglioni, per l’affondamento di qualche barcone, le risse gli accoltellamenti e gli assassini lungo le sue sponde. Un luogo che ricorda per alcuni versi il Tamigi de il “Nostro Comune amico” di Dickens, per la decadenza e le figure dei fiumaroli, ma senza storie vittoriane a lieto fine.
Tutte cose vere purtroppo e fin troppo facilmente documentabili anche con una semplice passeggiata: erbacce, toponi, rifiuti e accampamenti non mancano.
Recentemente però, il Tevere, è tornato di gran moda. Basti pensare all’ambasciata francese che decide di far costruire un ponte michelangiolesco posticcio per farlo sospendere sul fiume con tre giganteschi palloni e ricollegare Villa Farnesina e Palazzo Farnese (ne parliamo qui) almeno idealmente.
Con la fine delle misure più restrittive per il Covid, sono tornate anche le bancarelle lungo i muraglioni che da decenni hanno sostituito informalmente la Festa de‘ Noantri a Trastevere.
Le piste ciclabili ci sono da tempo: alcune non hanno portato bellezza – le famose colate di cemento lungo i muraglioni – ma visitare Roma senza farci un giro in bici è un peccato, perché Roma vista dal Tevere vale sempre la pena.
I candidati ne parlano, nei loro programmi, un po’ scopiazzando dai francesi – per la precisione dai parigini – per indicare nuovi e antichi usi per il fiume e le sue sponde. Non solo la città dei 15 minuti come per la Parigi della sindaca uscente Anne Hidalgo, ma anche un Tevere un po’ più Senna, almeno per Roberto Gualtieri.
Invece Enrico Michetti non resiste alla sua passione antico fascio-romanesca e ci parla dell’antica Roma e delle navi cariche di spezie che arrivavano da Ostia al Testaccio. Poi chiede balneabilità, depurazione a valle e a monte.
La sindaca Virginia Raggi invece aveva chiesto al governo – nell’ambito del Recovery Plan – 300 milioni di euro per rendere il Tevere navigabile lungo 60 chilometri, dal lungomare di Ostia fino a Castel Giubileo, tramite imbarcazioni a basso impatto ambientale. Con l’ipotesi di un approdo nel fiume anche per le navi da crociera.
Quel piano è stato definito da un altro candidato sindaco, Carlo Calenda, «non una buffonata ma oltre la buffonata, una paginetta di nulla e di intenzioni… quattro cose in croce».
Calenda, inoltre, si è scagliato contro la principale iniziativa dell’attuale giunta Capitolina sulle sponde del Tevere: Tiberis, cioè la spiaggia gratuita realizzata dalle parti di Ponte Marconi, sulla sponda vicina a quello che fu il Cinodromo. L’ex ministro, insieme a molti altri, l’ha definita simbolo ed esempio di quello che non si deve fare, uno spreco, uno sperpero di risorse pubbliche.
Sarà come dicono loro. Credo che quella attuale sia la terza edizione, e la spiaggetta messa in piedi dalla giunta ora si disloca su due piani, due grandi terrazzamenti di prato; ha tavoli da ping pong, due campi da beach volley, lettini e ombrelloni gratuiti e sanificati ad ogni cambio di avventore. Un bar e personale della Multiservizi che ti accoglie e misura la temperatura all’ingresso. Uomini e donne gentili e sorridenti. La cosa che piace di più ai bambini, però, è un sistema di spruzzi e nebulizzatori che ogni cinque minuti irrora di acqua fresca chi voglia attraversarlo .
Negli anni scorsi pare ci fossero solo dei distributori automatici, le cosiddette macchinette: quest’anno invece il bar è il centro della struttura, offre tavolini e sedie su cui accomodarsi, bibite, snack e anche un aperitivo a prezzi abbordabili. La struttura apre la mattina alle 8 e chiude la sera verso le 21, ultimi ingressi alle 20. Oltre il fiume, si vede l’altra sponda occupata da un maneggio e una fattoria didattica. Se vi piacciono gli animali, fa per voi.
Con la mia famiglia, in un pomeriggio agostano, sono andato a scoprire Tiberis: in verità siamo stati piuttosto bene. I bambini, non solo i miei, si divertivano molto, soprattutto con gli schizzi ma anche con il campo da pallavolo e la sua sabbia. E abbiamo dovuto aspettare al bar una decina di minuti prima di avere il lettino, perché erano tutti occupati. Segno, insomma, di un piccolo successo.