La tolleranza non è più una virtù
Viviamo in un mondo e in una città in cui sempre più spesso ci si misura per le proprie idee senza ammettere quelle degli altri. Idee e valori che risultano sempre più inconciliabilmente altro rispetto a noi. Questa piccola vicenda del maialino di travertino ricoperto di vernice rosso sangue è solo la spia del livello di intolleranza cui siamo giunti.
Il porchettone di Piazza della Malva forse non era stato scolpito da Michelangelo, certamente a molti non è piaciuto, probabilmente urtava alcune sensibilità, però vandalizzarlo è un brutto gesto e un brutto segnale. Alcuni artisti se ne sono addirittura compiaciuti, un po’ per le idee e un po’ per gelosia e invidia, elemento umano che non va sottovalutato.
Ero rimasto alla raccolta di firme da inviare alla Presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi, in qualche modo committente dell’opera, esercizio comunque censorio, una sorta di ostracismo telematico ma con un’intensità di violenza più bassa.
Il porchettone (Dal Panino si va in Piazza) era l’espressione del pensiero e dell’arte di una persona e suo diritto, secondo l’articolo 11 della nostra Costituzione. Peraltro, si tratta di un opera realizzata con l’autorizzazione di tutte le amministrazioni competenti, forse anche troppe: si va dal Municipio al Mibac, passando per il Comune.
Il problema è che viviamo sempre di più in stretto contatto con persone che hanno valori e stili di vita diversi dai nostri: se non impareremo ad accettarli e a rispettarli non sarà un bel vivere.
Non è possibile che l’unica tentazione e l’unica risposta sia, dalle molteplici parti in conflitto, l’annientamento dei messaggi altrui. Niente Gauguin perché era un colonialista, niente porchettone perché simbolo dello sfruttamento dell’uomo sugli animali, niente Achille perché faceva l’amore con Patroclo, niente Harry Potter perché forse Albus Silente era gay! Mi sembra che su più fronti, anche qui in Occidente, anche qui a Roma, si stia passando il segno.
Questa città è piena di omosessuali, di mangiatori di carne di maiale, di libertini e di moralisti di tutte le salse, di perbenisti di vari colori, di chierici e di prostitute da sempre. Il che va bene! Purché ognuno sia, non dico rispettato, ma tollerato dall’altro. Il tuo stile di vita mi va bene purché tu mi consenta il mio e non limiti le altrui libertà.
Io ho le mie idee e non sono neanche certo che siano quelle giuste, per questo non mi permetterei mai di censurarne altre. Insomma, la tolleranza non sembra più essere una virtù, il che non è simpatico.
Colgo l’occasione per consigliare a tutti, se non altro per assonanza, il film Porco Rosso di Miazaki. Perché nella vita non bisogna prendersi troppo sul serio.