Scalea del Tamburino
Viale Glorioso lambisce il Ministero dell’Istruzione, e lasciandosi alle spalle viale Trastevere si avvia in direzione Gianicolo, fiancheggiando il mastodontico edificio che governa ogni scuola, quello dove c’è il preside dei presidi: roba che un pischello, se lo sa, cambia marciapiede.
Da qualsiasi dei marciapiedi, e da ogni punto della strada, si vede in fondo la grande scala che la conclude.
Sono sei rampe, di ventuno scalini ciascuna, che gloriosamente scalano l’orografia della zona, movimentata al punto che alcune strade dei dintorni finiscono in pratica murate per contenere terra e vegetazione soprastanti.
Una parte del muro di gradini, giallorossa quand’è stato il momento, è ora dipinta di grigio chiaro sulla parte frontale e sa di ripulito, e di attesa.
Allora il cinema, la scala e la storia si mettono insieme a dire di infanzie e adolescenze scoscese, di primavera e rischi, in cui bisogna stare attenti soprattutto a non inciampare
Ma è breve il sussulto delle potenzialità cromatiche, perché una targa su un palazzo a destra, da leggere senza cappello, chiama lo sguardo e dice: “Il mio modo di vedere le cose talvolta è ingenuo, un po’ infantile ma sincero, come i bambini di viale Glorioso”.
L’ha messa il Comune nel 1999, dieci anni dopo la morte di Sergio Leone, che era di qui.
In cima alla scala, un albero sembra una snella figura danzante. Ma bisogna arrivare lassù per apprendere che le rampe hanno un nome tutto loro: è Scalea del Tamburino, cioè Domenico Subiaco, ragazzo di sedici anni ivi caduto il 3 giugno 1849.
Sopra è talmente alto che col tempo giusto si vedono le piccole montagne fuori Roma, e i piloncini di inizio rampa paiono delimitare uno strapiombo in cui i bambini, se nessuno li prende, possono precipitare.
Allora il cinema, la scala e la storia si mettono insieme a dire di infanzie e adolescenze scoscese, di primavera e rischi, in cui bisogna stare attenti soprattutto a non inciampare.
[La foto del titolo è tratta dalla pagina Facebook di Trastevere App]
[Alessandro Mauro è l’autore di Se Roma fatta a scale (Exòrma, 2016) e Basilio – Racconti di gioventù assoluta (Augh!, 2019)