Bernaudo: no a candidati di serie Z
Ringrazio subito Roma Report per questo spazio di libertà e di informazione, non affatto scontato o usuale per noi Liberisti Italiani.
La campagna elettorale di Roma è iniziata ad ottobre dello scorso anno, nella previsione che si dovesse andare a votare a scadenza naturale proprio in questi giorni.
Noi Liberisti Italiani, su decisione della direzione allargata ai comitati – di settembre dello scorso anno – ad ottobre 2020 abbiamo lanciato la mia candidatura a Sindaco e la nostra lista, per lo più composta da imprenditori e professionisti della Capitale.
Abbiamo subito iniziato, a nostre spese, una massiccia campagna di affissioni sui cartelli della Capitale e lanciato una serie di proposte e iniziative molto forti e rivoluzionarie, come ad esempio, la chiusura di tutti i contratti di servizio con le municipalizzate, a partire da AMA e ATAC e l’indizione di gare, ad evidenza pubblica, per far competere le migliori eccellenze della libera impresa nella gestione dei servizi pubblici locali allo sbando.
Un totale cambio di prospettiva quindi e l’uscita definitiva dal “comune-imprenditore”, un comune superindebitato e fallito, sull’orlo della bancarotta che, nella presunzione ideologica, vuole fare tutto e meglio della libera impresa, e non riesce invece a fare nulla, nemmeno l’ordinario.
Da ottobre 2020 a maggio scorso i media hanno dato spazio solo a Carlo Calenda
I mezzi di informazione televisivi del circuito nazionale, tuttavia e nonostante le innumerevoli agenzie di stampa, hanno dato spazio – da ottobre a maggio – solo ad un candidato a sindaco di Roma, Carlo Calenda. Una presenza debordante ed ingiustificata, a nostro avviso, e un vantaggio ingiusto in cui questo esponente politico si è crogialato per 10 mesi, coccolato a reti unificate. Chissà poi perchè.
È stato oscurato totalmente il sottoscritto e calpestato l’impegno dei nostri candidati. Un’evidente distorsione dell’informazione e dei diritti civili e politici dei cittadini e del principio sacrosanto del “conoscere per deliberare” fin qui negato ai romani e agli italiani sulla corretta narrazione della campagna elettorale della Capitale d’Italia. Quindi di una sfida politica di rilevanza nazionale.
Poi i partiti politici tradizionali, a corto di idee e candidati, con la scusa – odiosa – della pandemia hanno rinviato il voto ad ottobre, nonostante la nostra pubblica indignazione davanti al Campidoglio, e solo nelle ultime settimane, il centrodestra nelle ultime ore, hanno indicato i propri candidati.
Quindi si voterà ad ottobre.
Da questa prima lunga fase abbiamo subito avuto una conferma: se non sei il figlio di papà di turno o impastato nel capitalismo di relazione del sistema italiano, e non sei espressione dei partiti dominanti non esisti, non puoi, non devi e non hai il diritto di esistere, neppure se ti candidi a Sindaco di Roma.
Se non sei il figlio di papà di turno o impastato nel capitalismo di relazione del sistema italiano, e non sei espressione dei partiti dominanti non esisti, neppure se ti candidi a Sindaco di Roma
A tal proposito abbiamo inviato formale esposto all’Agcom, con due aggiornamenti e integrazioni e messo a conoscenza la Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Ma al momento nulla è cambiato. Del resto siamo in ultima fila quanto a libertà di stampa nel mondo occidentale, ma non da oggi, da sempre.
L’unico giornalista del circuito televisivo nazionale che in una trasmissione, nella fattispecie “Quarta Repubblica”, ha avuto l’ardire di darci la parola mesi fa per un paio di minuti è stato Nicola Porro, al quale va dato atto che nella sua “zuppa” quotidiana su Facebook continua ad informare con simpatia i suoi tantissimi follower della nostra presenza nella competizione romana.
Un fatto che ci lusinga, perchè la stima nei confronti di Porro da parte della nostra area e mia personale è ricambiata.
Ma questo non basta a sdoganarci e a farci entrare nella narrazione della campagna elettorale romana.
Perchè dev’esser chiaro che se non vai nelle tv nazionali – in Italia gestite in regime di stretto oligopolio – o, se non sei già noto al grande pubblico, è totalmente impossibile competere. Quindi da questo dipenderà il corso della campagna elettorale: dipenderà da come si comporteranno i media nazionali.
Al momento si è quindi delineata questa situazione, da un lato ci sono i candidati di serie A (candidato centrodestra, centrosinistra, Virginia Raggi e Calenda) dall’altro i candidati di serie Z, tra i quali il sottoscritto. È corretto tutto questo? Direi di no, anzi è gravissimo ed intollerabile.
Al momento ci sono i candidati di serie A e quelli di serie Z. È corretto tutto questo? Direi di no, anzi è gravissimo ed intollerabile. Per questo abbiamo fatto un esposto all’Agcom
Stride poi il fatto che i candidati “di serie A” siano l’espressione dei partiti che hanno distrutto Roma, perchè di certo le responsabilità della situazione comatosa della Capitale non sono certo ascrivibili alla sola Raggi, che tuttavia ha avuto il merito di riuscirla a peggiorare, mantenendo e difendendo l’assetto amministrativo precedente basato sulle municipalizzate decotte.
Ma questo aspetto non interessa agli editori e autori televisivi.
A nessuno sembra interessare che invece a Roma qualcuno vuole davvero cambiare registro.
Siamo quindi al “volemose bene” al “non famose troppo male” e a mantenere l’attuale assetto amministrativo, le mangiatoie dei partiti e le municipalizzate divenute ormai un ammortizzatore sociale.
Noi chiediamo innanzitutto pari dignità rispetto agli altri candidati, poi vedremo come risponderanno i romani.
Non c’è da essere ottimisti visto l’andazzo finora dimostrato dai media televisivi mainstream, ma se avremo diritto di parola ci saranno sorprese.
I romani sono stanchi di questa melassa marcia statalista e clientelare e pronti al cambiamento.
Forse per questo ci tengono in una bolla, ma noi combatteremo ogni giorno per rompere il muro di gomma. Roma ha bisogno di una cura shock e non del “volemose bene” che ho sentito dalle prime parole di Enrico Michetti e Roberto Gualtieri.