Fior de ciliegio

È uno dei simboli del Giappone: è il fiore di ciliegio che simboleggia la natura effimera di tutte le cose, anche di quelle apparentemente destinate a durare. Non a caso i samurai venivano paragonati a questo fiore, per sottolinearne la vita magnifica e potente ma sempre pronta a spegnersi nel momento di maggiore vigore.

Anche la semplice ammirazione di questo fiore è diventata una tradizione, iniziata circa 1300 anni fa, e chiamata Hanami. Nei giorni della fioritura, milioni di giapponesi si riversano nei parchi cittadini e in campagna per godere di questo spettacolo della natura, consumando anche picnic seduti sotto le chiome fiorite.

Una tradizione che anche Roma ha ormai importato: tutto è nato nel 1959, quando il primo ministro giapponese Nobusuke Kishi, in visita ufficiale in Italia, donò alla città eterna, a nome del proprio governo, 2500 sakura, ciliegi giapponesi da fiore, molti dei quali piantati nel parco dell’EUR. In onore del Paese donatore, il Comune intitolò la strada pedonale che costeggia il lago del quartiere con il nome di Passeggiata del Giappone.
E così, approfittando di una seppur breve pausa arancione, all’interno di questo nostro tempo rosso, quest’anno è stato possibile per molti romani godere di questo incantevole spettacolo.

Quanto mai appropriato per il nostro tempo, questo haiku (particolare componimento poetico nato in Giappone nel diciassettesimo secolo):

Mondo di sofferenza:
eppure i ciliegi
sono in fiore.

Kobayashi Issa
(1763-1827)

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