Cirinnà: serve una Roma “green”

Monica Cirinnà, 58 anni, romana, è un’esponente di spicco del Partito Democratico. Senatrice in questa e nella precedente legislatura, animalista e ambientalista, è nota soprattutto per essere fra le paladine dei diritti LGBT, prima firmataria della legge che porta il suo nome e che ha regolamentato in Italia le unioni civili fra persone dello stesso sesso.
Da alcuni mesi le sue attenzioni sembrano essere rivolte soprattutto a Roma, e si è parlato di lei quale come aspirante candidata sindaca, in caso di primarie della coalizione di centrosinistra.
L’abbiamo intervistata – via email – per conoscere meglio le sue idee sulla città e le sue posizioni sulla battaglia elettorale per il Campidoglio.

Lei ha iniziato a fare politica con i Verdi, prima di entrare nel Pd più di 10 anni fa. Oggi la questione ecologica sembra porsi in modo più urgente di allora, ed è tornata ad animare la politica. Il sindaco di Milano Beppe Sala per esempio, ha annunciato la sua adesione ai Verdi Europei. Che ne pensa? Si sente una candidata ecologista per il Campidoglio?
La questione ecologica era centrale già 30 anni fa, oggi è diventata un’emergenza. È la grande sfida che la politica sta affrontando, probabilmente con troppo ritardo. Vedo però che sia l’Europa che i governi nazionali e locali finalmente hanno compreso non solo che è prioritaria, ma che è anche un’enorme opportunità di sviluppo e di crescita. Penso sia indispensabile una vera transizione ecologica per la Capitale, un progetto che cambi il volto della città e la vita quotidiana dei cittadini.

Penso sia indispensabile una vera transizione ecologica per la Capitale, un progetto che cambi il volto della città e la vita quotidiana dei cittadini

Negli ultimi anni lei è stata nota soprattutto per le lotte sui diritti civili, e in particolare quelli degli omosessuali. Non teme che questo tipo di battaglie possano connotare troppo la sua candidatura, limitarla?
I diritti sono la vita quotidiana dei cittadini, delineano le loro esigenze, ma anche la loro richiesta di dignità ed uguaglianza. I diritti sociali e civili non sono contrapposti, ma anzi vanno tenuti insieme per costruire le fondamenta di una società giusta e vivibile per tutti. Prendersene cura e promuoverli penso sia un bene, non una limitazione.

Monica Cirinnà durante una manifestazione per i diritti LGBT. La foto è tratta da sua pagina Facebook

Si parla molto di un possibile accordo fra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle, sulla falsariga di quanto sta accadendo in Regione, con l’entrata di alcuni esponenti grillini nella giunta di Nicola Zingaretti. Lei è favorevole ad adottare questo schema anche a Roma, o ritiene che la situazione in città imponga scelte diverse?
Credo che serva innanzitutto costruire un campo largo, progressista, democratico, di centrosinistra, al di là delle singole sigle che lo costituiscono, che si candidi, a livello locale e nel Paese, a governare in opposizione alle destre. Penso che questa possa essere anche la naturale collocazione di M5S. Ma rispetto il loro dibattito interno e capisco che ci sono scelte politiche che vanno convintamente maturate.

Lei è sempre stata favorevole alle primarie per la scelta del candidato sindaco, dichiarandole una strada obbligata per il Pd e per lo schieramento di centrosinistra. Ritiene che questo sistema sia da adottare anche nel caso dovesse portare a uno scontro con chi, sia all’interno del suo partito, sia al di fuori – penso ad esempio a Carlo Calenda – si oppone a questo percorso?
Le primarie sono previste dal nostro Statuto per indicare il candidato nelle cariche monocratiche e non vedo perchè ad oggi dovremmo disconoscere questa regola. Pensiamo piuttosto a consolidare il progetto della Roma che vogliamo: solidale, sociale, ecologica, tecnologica, aperta al futuro. Comprendo poi che a qualcuno le primarie possano non piacere, in particolare se si è concentrati solo sul proprio nome.

Comprendo che a qualcuno le primarie possano non piacere, in particolare se si è concentrati solo sul proprio nome

Cosa risponde a chi ha parlato, nei mesi scorsi, di “sette nani”, in riferimento ai candidati scesi in campo nel centrosinistra a Roma, lei compresa?
A parte il fatto che tra i Sette Nani non c’erano donne e quindi, nel caso, potrei essere Biancaneve, è bene che si sappia che mi sono sempre autodefinita una formica, che lavora in modo paziente e tenace per il bene della sua comunità. Con questo spirito ho messo a disposizione la mia candidatura alle primarie e con lo stesso spirito sosterrei colei o colui che dovesse essere scelto dal centrosinistra per guidare Roma.

Entriamo nel merito dei problemi della città. Quali sono secondo lei le tre priorità di Roma, oggi?
Le priorità di Roma sono tutte dentro la scelta di una città green. Mobilità: che deve essere sostenibile, per l’ambiente ma soprattutto per gli utenti che sono in continua sofferenza. Rifiuti: con un piano che veda il riciclo come primaria fonte di ricchezza. Tecnologia: che vuol dire scienza, ricerca, messa in rete di conoscenze e professionalità, sviluppo produttivo che sia anche al servizio della comunità cittadina.

Monica Cirinnà e il marito Esterino Montino, attuale sindaco (Pd) di Fiumicino. La foto viene dalla pagina facebook di Cirinnà

La pandemia ha cambiato lo scenario cittadino? Se sì, come?
La pandemia ha colpito più duramente chi era già debole. La grande tradizione dell’associazionismo romano, cattolico e laico, ha solo in parte lenito le sofferenze e poco o nulla ha fatto il Campidoglio. Le nuove povertà non sono una sterile categoria sociologica, sono purtroppo una realtà che possiamo e dobbiamo riconoscere anche negli occhi di chi ci è accanto.

Se e quando ci saranno le primarie, insomma, lei parteciperà?
Dopo tanti anni passati in Campidoglio e una certa esperienza maturata in Parlamento ho un unico scopo: riconquistare Roma. Da quando mi sono messa a disposizione ho ricevuto da più parti un sentito consenso, anche fuori dal Pd e nel tessuto civico della città, e vorrei che queste energie trovino rappresentanza. Per questo, quando saranno ufficialmente stabilite le primarie, che penso siano l’unico metodo democratico per scegliere all’interno di una coalizione, valuterò innanzitutto in base a tre aspetti.
Prima di tutto l’orientamento del Partito democratico, visto che sono una dirigente nazionale e ritengo che sia necessaria una valutazione politica da fare tutti insieme senza personalismo e arrivismo. In secondo luogo valuterò le forze politiche e civiche che parteciperanno alla stesura del programma per Roma e prenderanno parte con loro rappresentanti alle primarie. E, infine, saranno decisive le proposte dei vari candidati.

Dopo tanti anni passati in Campidoglio e una certa esperienza maturata in Parlamento ho un unico scopo: riconquistare Roma

 

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