Allora meglio tenersi Virginia Raggi
Noi di Roma Report, come forse è evidente, non siamo degli strepitosi fan della sindaca Virginia Raggi e della sua giunta, per usare un eufemismo.
Non ce l’abbiamo, è chiaro, con il fatto che sia la prima donna a sedere sullo scranno più alto del Campidoglio e che sia anche la persona più giovane a farlo, almeno nella storia degli ultimi decenni. Al contrario: quelli sono fatti positivi, finalmente anche la Città Eterna è riuscita a fare un passo avanti.
Ma essere donna e giovane non significa per forza fare tutto bene e avere ragione. Ed è proprio quello che non ci piace di Raggi e della sua giunta M5s: non sono stati all’altezza dell’attesa che avevano generato nel 2016. La città non è cambiata, continua a non funzionare, il suo declino non si è arrestato. Manca una visione del futuro. La pretesa “onestà” non poteva essere un programma politico e neanche amministrativo. Perché la corruzione a Roma è un problema, certamente, ma pensare che sia l’unico e il più importante è miope. Oltretutto, la vicenda dei fratelli Marra ha dimostrato che i “superonesti” sono stati perlomeno fessi. E Non si può pensare di cavarsela accusando sempre chi ha gestito la città in passato. Candidarsi a guidare una città come Roma è una scelta: se fa tremare i polsi, uno può sempre rinunciare e fare altro.
Oggi secondo i sondaggi, la sindaca uscente sarebbe la più votata al primo turno
Però. Però oggi, secondo i sondaggi, Raggi otterrebbe oltre il 25% dei voti al primo turno nelle elezioni per il Campidoglio, seguita da Guido Bertolaso per il centrodestra. Certo, questo scenario presuppone un centrosinistra diviso tra Roberto Gualtieri e Carlo Calenda, e Bertolaso ha già escluso di voler correre. Ma mostra anche che una base consistente di romani è pronta a votare di nuovo la sindaca uscente nonostante tutto. Nonostante i cambi ciclici di assessori, la situazione della raccolta dei rifiuti e dei trasporti. Nonostante la politica degli annunci senza seguito e la mancanza di risultati.
Succede soltanto perché il Comune ha preso ad asfaltare le strade di mezza Roma o a realizzare piste ciclabili? O succede perché Virginia Raggi, diventata sindaca da sconosciuta (perché quello del 2016 era un voto di protesta che avrebbe premiato qualsiasi candidato sindaco M5s) è oggi riconosciuta comunque come la prima cittadina, che ci mette la faccia, anche mentre dura l’emergenza Covid? O succede perché i romani si sono adattati a quel che passa il convento, in fondo, quindi meglio una Raggi che conosciamo e che comunque sta provando, negli ultimi mesi, a tirare su la testa, piuttosto che un candidato calato dall’alto? Manco sappiamo ancora chi, appunto, perché nessuno degli altri due schieramenti sembra voler coinvolgere i cittadini nella scelta, anche se mancano pochi mesi al voto (il segretario del Pd Enrico Letta ha detto: “Penso che faremo le primarie”, che però non è un annuncio definitivo). E dunque non è strano che le loro azioni siano percepite come “manovre di palazzo”.
Raggi comunque ha il coraggio di chiedere il giudizio degli elettori
Se il Pd vuole allearsi con il M5s ma non vuole Raggi, ne desumiamo che secondo il Pd Roma il M5s abbia governato bene, mentre Raggi sarebbe un “incidente di percorso”. Ma se Beppe Grillo – che dovrebbe rappresentare l’anima del Movimento più disponibile all’accordo con il centrosinistra – continua a sostenere la sindaca, se la sindaca dunque continua a rappresentare il M5s, perché non votare lei? Che, appunto, ha il coraggio di chiedere un giudizio ai cittadini, mentre il centrosinistra non sembra avere più paura delle proprie divisioni che altro?
Troppi danni e inefficienze a partire dal non volere le Olimpiadi.
Mi dispiace ma, come tutti, sta muovendosi solo ora per aviare la campagna elettorale.
Capisco il meglio il poco che il peggio…ma preferisco altro. Certo non il Centrodestra.
Il fatto è che con il PD tornato ai clericali (Letta), ed al metodo democristiano, il rischio di ritrovarsi la Raggi è vicino.
Buona giornata.
Claudio Carlucci.
Si deve dire, però, che per ora la Raggi è l’unica che fa (perché è l’unica che può fare, in tempi di Covid) campagna elettorale