Troppe botte a Roma

Tre milioni di abitanti a Roma e quattro e spicci nella città metropolitana: siamo tanti, ultimamente stiamo anche stretti perché non si può molto uscire e questo fa di noi persone peggiori.
Sarà per questo che sembra che ci picchiamo di più. Si picchiano i ragazzi dandosi strani appuntamenti in centro. Gli uomini picchiano le loro donne e i bulli menano le loro vittime.

Per chi è costretto a restare più tempo a casa con il proprio picchiatore deve essere dura. le botte fanno male non solo dentro ma anche fuori, bisogna fuggire se si può. Spesso, persone ai miei occhi insospettabili si rilevano violente e con i figli e con le mogli. C’è qualcosa che scatta in noi.

Ricordo il mio sconcerto quando lessi per la prima volta che in un paese nordico avevano fermato un padre italiano che picchiava il figlio in pubblico, eravamo credo ancora nel Novecento. Pensai: ma come si permettono, quello è il padre, uno schiaffo… avrà avuto le sue ragioni. Ricordo, qualche anno dopo, la faccia di mio figlio la prima volta che vide un adulto picchiare un bambino.

Eravamo a una festa una mamma disse al piccolo, un soldo di cacio di due anni, che arrancava con un enorme bicchierone di popcorn di non farlo cadere altrimenti… Il bimbo, che ancora stava prendendo confidenza con la gravità, si lasciò sfuggire prima qualche chicco bianco e poi tutto il bicchierone: un’inarrestabile cascata di popcorn. La madre venne presa dal demone della rabbia e gliene disse e gliene diede, anche sul viso.

Quel demone io lo conosco bene. L’ho visto sul viso di mille persone e più di una volta l’ho sentito sul mio

Mio figlio mi guardò esterrefatto, come se volesse che mettessi fine a quello spettacolo per lui inaudito ed insieme interrogandomi, per capire se prima o poi sarebbe toccato anche a lui. Erano per noi due sconosciuti, ma non li ho più dimenticati. Gli feci un sorriso e un cenno di diniego con il capo come a giustificarmi, anche io ero un adulto, e a dirgli che no, non sarebbe successo.

Però quel demone io lo conosco bene. L’ho visto sul viso di mille persone e più di una volta l’ho sentito sul mio.
Fa parte di noi e della nostra natura non proprio celeste.
Ora è un po’ che sembra che ci picchiamo di più qui a Roma.

Il ragazzo che si sente in diritto di pestare altri due che si baciano in metro. Il bullo che ti mena e ti dice che lo hai provocato. Il padre che picchia perché è stato a sua volta picchiato. Il capo che ti urla perché gli hanno urlato e tu che gli urli più forte perché anche tu avevi un padre che urlava.

Un piccolo politico di una piccola città dell’hinterland romano avrebbe preso a capocciate la moglie mentre i figli erano in Dad, davanti alla telecamera accesa. La città metropolitana picchia la testa contro la moglie. Sdegno, solidarietà e vibranti proteste da tutte le forze politiche. Non che la cosa mi stupisca, conosco troppo bene i politici per pensare che siano meglio o peggio degli altri primati che popolano la terra.
Eppure qui a Roma è un po’ che sembra che ci picchiamo un po’ di più.
La volta che ho avuto più paura è stata quando il demone l’ho visto negli occhi di un bambino.

[Foto di Laura Crialesi]

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