Un mare di rifiuti

Il mare a Roma, traffico permettendo, è dietro l’angolo, un qualcosa che per gran parte dei suoi abitanti, occupa molti dei ricordi estivi dell’infanzia e dell’adolescenza. Sì, certo, non è che da Ostia a Fiumicino, fino Torvajanica o Fregene l’acqua abbia mai brillato per limpidezza, ma bene o male c’è sempre bastato: per passare un fine settimana di relax o fare da cornice a un amore estivo.

Ci siamo accontentati, pensando che qualche alga e i primi avvistamenti di plastica nell’acqua fossero solo un fastidio temporaneo, da scostare con la mano. Niente a che vedere con il “Pacific Trash Vortex” e le spiagge di qualche paese asiatico ridotte a discarica, d’altronde bastava non leggere e negli ultimi tempi ci siamo abituati anche a non leggere.

Il problema dei rifiuti, in fondo, è il problema dei cassonetti pieni, dei materassi, dei topi, dei gabbiani, dei cinghiali, e purtroppo in molti casi, di tutte queste cose insieme. Ma se ci fosse una grandissima discarica – e Malagrotta è stata chiusa – nessuno direbbe (quasi) niente, basta non vedere. E poi c’è sempre il mare che accoglie e nasconde tutto, temporaneamente però.

Basta infatti una mareggiata, neanche troppo intensa per restituirci tutto, per mostrarci quello che nascondiamo sotto il tappeto, per incuria, incapacità o dolo. E specialmente d’inverno, quando gli stabilimenti sono chiusi e non c’è la necessità di dover ripulire subito, quello che il mare restituisce rimane lì, in balia delle onde, anche per giorni. Ma purtroppo, insieme a rami e tronchi, sassi e qualche mezza cozza, l’inventario degli oggetti ritrovati potrebbe arricchire una discarica.

Plastica in tutte le sue declinazioni, mascherine e poi lattine, bottiglie, perfino un cuscino, una poltrona, addirittura una bombola del gas, un casco, e una pallina da tennis che continuava a rotolare senza fine avanti e indietro, trascinata dalle onde, in un gioco che ormai non lascia scampo e chiama in causa tutti noi.

Per non dover dire che del mare non rimarrà che l’acqua.

One thought on “Un mare di rifiuti

  • 17 Marzo 2021 in 10:50
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    Bellissimo servizio… complimenti all’autore del testo e delle foto

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