Su piazza Sempione ho cambiato idea

Dopo qualche settimana di riflessione ho cambiato idea sulla pedonalizzazione di Piazza Sempione. Penso sia sbagliata farla, soprattutto oggi nel 2021. È una scelta affrettata che va contro il giusto sentire comune: pensare di sostituire 30 parcheggi con una piazza pedonalizzata è una atto di violenza sanguinaria contro i parcheggi.

I parcheggi sono molto belli, sono una bellissima tradizione romana che va tutelata e promossa in città. C’è una lunga storia di parcheggi a spina, a filo, ma anche in doppia fila, sui posti disabili, su quelli per donne incinte, che va conosciuta e rispettata. Nella piazza da anni c’è un glorioso parcheggiatore abusivo che è una delle figure simbolo della realtà culturale del territorio. Non c’è sempre stato lui, ma è solo l’ultimo di una lunga serie di parcheggiatori abusivi che si tramandano saperi e culture dell’A posto, così capo! offre ‘n caffè?, che sono una delle più incantevoli e tipiche caratteristiche mediterranee.

Si potrebbe pensare piuttosto un parcheggio multipiano a piazza Sempione con un parcheggiatore abusivo a piano, e una vista sui negozi chiusi, le serrande bellissime, con queste linee lisce, grigie, e dritte che ricordano il segno del tempo che è illusione, eterno ritorno dell’identico.

Ma in questa piazza c’è altro: svetta la Madonna spartitraffico. Che sembra una bestemmia detta così e che invece è una statua che da anni riesce con la sua posizione antica, risalente – dicono alcuni residenti – anche a prima del 200 a.C. a dividere perfettamente in due la piazza: le macchine in fila da una parte e gli autobus dall’altra, in una postura mosaica.

La Madonnina spartitraffico è un esemplare unico; si vocifera che ce ne sia stata un’altra nella Parigi pre Napoleone III quando Hausmann decise di legarla a una banchina e eliminare questa sua sacra funzione. Circondata da un’inferriata arrugginita, la Madonnina spartitraffico ha vari ruoli devozionali: evita che qualcuno la possa avvicinare, toglie spazio sia alle macchine che ai pedoni, assorbe una parte dello smog in eccesso della piazza.

Sì, anche lo smog è una bellissima tradizione romana, e la pedonalizzazione sarebbe chiaramente un colpaccio, un vilipendio. A Roma muoiono circa 120 persone all’anno prematuramente a causa dello smog, è un rito che va avanti da almeno quarant’anni, e la pandemia ha rischiato di metterlo in discussione. Poter prendere la macchina tutti i giorni, aspettare l’autobus tra uno svincolo e un parcheggio fa sentire a casa qualunque romano, e Piazza Sempione da tanto tempo è questa cosa qui: parcheggi e banchine.

C’è poi la bellissima tradizione della mancanza di piazze. Anche per questo Roma è famosa nel mondo. Prendersi un gelato e mangiarselo in piedi attaccati a un palo della luce, vedersi con dodici amici su un muretto largo 15 cm, dover pagare comunque se ci si vuole sedere, è quello che cercano tanto gli abitanti e i turisti che vivono Roma come una città sempre in bilico, fatta di marciapiedi molto stretti, di interstizi tra una macchina e un’altra, di camioncini e garagetti.

Questa è la piazza Sempione che vogliamo: che assomigli a un concessionario dell’usato. E se mai una piazza pedonale dovesse incautamente realizzarsi, deve essere – questo è chiaro – il più possibile militarizzata. Gli spazi pubblici sono belli se recintati, con le telecamere, la security, che diano quel senso di talmente privato che sembra un piccolo Cie. Una piazza con i tornelli sarebbe un grande esperimento che non pochi politici del territorio approverebbero, da sinistra a destra, con un grande accordo trasversale che sia utile alla vera vocazione di chi fa politica nel quartiere: sabotare e kontrollare. A difesa sempre dell’interesse di chi vuole vivere in pace, in una quiete placida, paciosa, imperturbabile, anossica, in cui si riesce a sentire il rumore del telecomando che cambia canale in lontananza, una nonnina che tira la catena…

Per questo per la difesa di piazza Sempione si sono costituiti dei comitati. C’è un comitato per la salvaguardia di piazza Sempione, poi c’è un comitato per la sicurezza pubblica della salvaguardia di piazza Sempione, poi c’è un comitato per la protezione della sicurezza pubblica della salvaguardia di piazza Sempione, poi c’è un comitato della tutela sicura della protezione della sicurezza pubblica della salvaguardia di piazza Sempione. In una piccola escalation di ordine, autopreservazione, tutela da qualunque rischio di modificazione minima che questo quartiere possa subire. Qui c’è gente che ha parcheggiato la sua macchina a piazza Sempione la prima volta nel 1971. Ha cambiato molte auto: prima era una Tempra, oggi un Qashqai, ma il suo posto e il suo cuore è sempre rimasto lì.

La città è il luogo delle comunità. E anche gli oltranzisti urbanocristiani vanno tutelati, sono una specie non rarissima ma molto viva nella comunità locali che rigenera il territorio con antiche liturgie ispirate a Hernan Cortès: ci tengono a preservare l’anima di chi magari solo perché ha la pelle nera è destinato all’inferno. Lefebvriani del decoro, ci tengono che piazza Sempione non diventi il ricettacolo di beduini di altre comunità allogene: popolazione di giovani miscredenti di Fonte Nuova, Cecchina, Vigne Nuove, che scavalcano il Vallo Adriano e senza nemmeno un battesimo nel Lysoform insozzano le mattonelle della piazza.

E infine ci sono semplicemente i Bastiancontrari. Piccola etnia locale romana, che per evitare il rischio di una marginalizzazione, dicono no, che non si può fare, ci sono altre priorità, la pavimentazione non va bene a rettangoli, era meglio seguendo la topologia etrusca, bisognava discutere in una serie di 104 incontri uno a settimana per due anni da affiancare a un piano vaccinale in cui ogni abitante di città Giardino possa avere almeno 6 vaccini più altri 8 per gli animali domestici, che bisognava realizzare una ciclabile sulla piazza che partiva dalla chiesa, entrava dentro il municipio, benediva le stanze degli assessori e tornava in chiesa, che occorreva collegare tramite un tunnel realizzato da Parnasi e Elon Musk la piazza al Raccordo Anulare con una piccola deviazione allo småland dell’Ikea per poter parcheggiare anche le automobiline dei figli e insegnare il grande rito del parcheggio, che occorreva spendere i soldi per i poveri, con i soldi spesi per fare la piazza si potevano comprare almeno due appartamenti a città Giardino per quei ragazzi precari poveri tipo i nipoti di Marcella, che vive ancora in affitto, povera, che si poteva almeno inserire una corsia preferenziale per i residenti di città Giardino da almeno 3 generazioni, che occorre rivedere completamente il progetto, perché forse sì si può pedonalizzare ma in modo virtuale, proiettando delle immagini di mattonelle sulle macchine, per capire insieme che i sogni sono sogni e la realtà vince sempre.

 

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