No, non è Suburra
Parte da Londra e passa anche per Ostia, la spiaggia di Roma, I May Destroy You (Potrei distruggerti), la serie creata, scritta, recitata e in parte diretta da Michaela Coel – giovane stella britannica già piuttosto nota – per la tv pubblica britannica Bbc e il canale statunitense Hbo.
Una serie andata in onda l’estate scorsa e che non avrà un seguito. Ma che ha fatto scalpore recentemente perché non ha ottenuto, come in molti avevano sperato, alcuna nomination ai Golden Globes, al contrario di Emily In Paris, una divertente (ma non molto di più) serie Netflix che ne ha avute invece ben due.
Sì, ma Ostia? Ora ci arriviamo.
“I May Destroy You” racconta la storia di Arabella, una Twitter-star diventata scrittrice, icona dei Millennial con il suo “Chronicles of a Fed-Up” (Cronache di una donna stufa). Mentre sta cercando di finire il suo secondo libro, esce una sera con le amiche a Londra. La mattina dopo non ricorda nulla di quello che è accaduto. Ma grazie all’aiuto di due suoi amici, capisce che è stata vittima di uno stupro.
A Ostia (e solo a Ostia, Roma non compare proprio) è ambientata la terza puntata, un flashback. Arabella è con la sua amica Terry, e conosce un affascinante spacciatore, Biagio, con cui avrà una storia (Marouane Zotti, un attore teatrale di origine marocchina cresciuto a Venezia e che ha lavorato anche con Luca Goldoni).
Ostia, spacciatore: prevedibile il coro di critiche degli ostiensi che nonostante le vicende di cronaca nera dell’ultimo decennio, contestano l’immagine che i media danno del quartiere. Ma secondo Wanted In Rome, che ha dedicato in questi giorni un pezzo alla serie (“Ostia è molto più di uno sfondo nella serie di Hbo I May Destroy You”), la scelta di ambientare la serie al lido di Roma, tra spiagge, parchi e bar, è volutamente pasoliniana: “Dietro l’imponente sagoma della morte, ci sono legami più artistici e meno sanguinosi; i semi hanno germogliato sull’asfalto di un luogo che è cambiato bruscamente insieme all’Italia. Le spiagge e le vie di Ostia ospitano le orme dello stesso Pasolini e quelle artistiche dei suoi “apostoli”, per così dire; di chi ha tramandato le sue parole e riflessioni”.
Di più: per la testata romana in lingua inglese è proprio pasoliniana, nell’ispirazione, la serie, perché mette in mostra continuamente il corpo di Arabella, i corpi in genere: “Un autore, quando è disinteressato e appassionato, è sempre una contestazione vivente”, scriveva infatti Pier Paolo Pasolini.
Diciamolo: Ispirarsi a Pasolini è certamente meglio che ispirarsi alle serie crime di serie B. E inoltre la Ostia “I May Destroy You” è meno scontata di quella di una Suburra qualsiasi (e dei suoi numerosi luoghi comuni da cronaca di Roma) o anche di quella del video di J-AX “Ostia Lido”, tutta stabilimenti e fagottari. Basta vedere questo trailer: