Il bus di Rodari poteva nascere solo a Roma
Identificate da sempre con i numeri, a volte accompagnati dalle diciture “barrato” e “crociato”, le linee autobus di Roma sono da qualche anno suddivise in categorie, abbinate ciascuna a un aggettivo.
Abbiamo così l’indiscutibile “urbana”, lo specifico “notturna”, l’ottimistico “esatta”. La recente comparsa della linea 140, denominata “fantastica” e contraddistinta sulle paline delle fermate da un violetto tutto suo, ha sparpagliato per la città un accenno di risata, e magari un inizio di pagina.
Il punto è che non esiste, nel senso che esiste solo come indicazione, ma non passa. Si potrebbe obiettare che non è l’unica, ma sarebbe illazione e sarcasmo.
Inventata da ispirati ignoti e intitolata a Gianni Rodari, cui è dedicato il maiuscolo capolinea e quasi tutte le fermate, salvo un paio in omaggio ad altri campioni dell’inventiva per bambini, brilla anche per gli orari, che includono le 25.00, le 3.80, e perfino le 33.30, ma solo nei festivi.
Si erano già incontrati, sogno e trasporto urbano, con la famosa immagine-manifesto dell’Andergraund capitolino prodotta dalle Edizioni Tic, che proprio al grido di “I Have a Dream” incrocia tra loro una decina buona di linee metro immaginarie, e fermate a grappoli, pressoché in ogni angolo di citta.
Si scherza, che a Roma è forma consolidata di resistenza, e scherzando si spera. Hai visto mai che la realtà non si riveli superiore alla fantasia, come ogni tanto si sente dire.
Nel mentre la 140 – ora in via di rimozione – si è già vista sulle paline al Trullo, a via Arenula, altrove. E l’intrico colorato delle linee di metro mai viste include quel poco che già c’è.
Non c’è separazione, non c’è sfida: della realtà di questa città senza pari, la fantasia fa già parte.
Sarà tutto quel tempo passato alle fermate: le idee, piano piano, vengono.
Alessandro Mauro è l’autore di Se Roma fatta a scale (Exòrma, 2016) e Basilio – Racconti di gioventù assoluta (Augh!, 2019)