Campagna elettorale col morto

La campagna elettorale per il Campidoglio non è ancora ufficialmente partita, mentre già i possibili candidati a sindaco fanno le loro mosse. Soprattutto coloro che vogliono essere il punto di riferimento dello schieramento di centrosinistra. Carlo Calenda ha da tempo iniziato il suo giro per i municipi romani. Tobia Zevi ha da qualche giorno affisso in vari punti della città i suoi manifesti elettorali. Amedeo Ciaccheri punta sul suo ruolo istituzionale di presidente di municipio, promuovendo varie iniziative.

Lo stesso pareva fare fino a ieri un altro presidente di municipio, quel Giovanni Caudo già vicesindaco ai tempi di Ignazio Marino e attuale “primo cittadino” di Montesacro.
Ieri, però, Caudo ha voluto osare un po’ di più e, trovandosi a passare in Piazza Vittorio proprio nel momento in cui, sotto i portici della piazza, era da poco deceduto un uomo, ha lanciato via social un allarme, lamentando la scarsa attenzione dell’attuale giunta capitolina sulla questione dei senza dimora, colpiti dal freddo e a rischio di morte (sono una decina i morti finora quest’inverno, e il Comune finora non ha risposto all’appello per aprire le stazioni della metro). Il tutto corredato da una foto del cadavere, sia pure coperto da una coperta, che nel post viene definito un clochard.

Nobilissima causa, quella della difesa dei senza dimora e dei poveri, rispetto alla quale ci auguriamo che l’attuale, tanto quanto l’eventuale prossima giunta capitolina, di qualunque colore dovesse essere, sappia agire tempestivamente e in modo efficace.
Ci si permetta però di sollevare un dubbio sull’opportunità di lanciare via social un messaggio come quello di Caudo. Non certo per i contenuti, pienamente condivisi, quanto per la scelta comunicativa, la tempistica e le modalità usate.

La prima domanda che ci poniamo è se fosse proprio necessario fotografare il cadavere di un uomo e rendere pubblica quell’immagine, per sollevare un problema che forse meriterebbe ragionamenti e scelte meno emotive e più ponderate.
La seconda è se non fosse stato il caso, quanto meno, di verificare, prima della pubblicazione, se davvero quell’uomo fosse un clochard morto per le avverse condizioni atmosferiche: visto che, a quanto riportano alcuni residenti (anche politicamente vicini al centrosinistra) si sarebbe trattato invece di un passante colpito da un infarto.

Ogni campagna elettorale è fatta anche di propaganda, senza esclusione di colpi, però l’augurio è che questo messaggio del presidente del Terzo Municipio, all’interno dell’imminente corsa per la poltrona di primo cittadino, possa essere un’eccezione e non la regola, un unicum rispetto al quale voltare subito pagina, un incidente di percorso. Non è questo il modo in cui si dovrebbe svolgere la sfida per il Campidoglio. Non sono questi i post che vogliamo leggere, da parte di nessuno dei contendenti.

I problemi di Roma, sempre più gravi, necessitano un confronto aperto e leale, aspro, se è il caso, ma al tempo stesso onesto, che non si ottiene certo cercando la facile emozione, che anzi, come in questo caso, rischia solo di generare gaffes più o meno gravi e di avviare inevitabili strascichi polemici.

[La foto del titolo è stata diffusa da Emilius De Atlantide con licenza creative commons su Flickr.com]

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