La situazione è grave, ma burlesque
“Facciamo finta che tutto va ben!”. Non è solo il titolo di una canzone del 1975 cantata da Ombretta Colli, ma anche quello della più recente iniziativa, realizzata a Natale sotto l’egida del Comune di Roma, e a cui ha partecipato Lorenza Fruci, che si annuncia come la nuova assessora alla Cultura della giunta Raggi.
Un pullman con a bordo l’orchestra diretta da Ambrogio Sparagna, che girava per la città – praticamente senza soste per evitare assembramenti – cercando di portare un po’ di musica per le vie della Capitale, in periodo di pandemia.
Simbolicamente, il titolo di quell’iniziativa è il migliore biglietto da visita con cui si potesse rappresentare sia questo momento storico sia quelle strane acque, al tempo stesso melmose e agitate, in cui galleggia da tempo la sindaca capitolina, arrivata all’ennesimo rimpasto di giunta, a pochi mesi dalla fine del suo mandato.
Dopo aver licenziato Luca Bergamo, già vicesindaco e assessore alla Cultura, Virginia Raggi si appresta a sostituirlo in entrambi i ruoli. Se il suo vice a quanto pare sarà l’assessore alla Mobilità Pietro Calabrese, a “governare” la Cultura sarà appunto Fruci, già delegata alle pari opportunità del Campidoglio, ma soprattutto, a leggere i titoli di molti giornali, “esperta di burlesque”.
Detta così sembrerebbe che l’assessorato sia divenuto appannaggio di una spogliarellista, con l’unico merito di essere al contempo una ex compagna di scuola della sindaca grillina. Roba da far rizzare i capelli e far scatenare i social, con frotte di commenti che gridano allo scandalo, o che salutano l’assessora in pectore con sarcasmo ed ironia.
Con l’aggravante che questo avviene in un campo come quello della cultura, già sfibrato e sul piede di guerra, poiché pesantemente colpito dalle regole di contenimento pandemico, nonché sminuito da quel poco felice “gli artisti che ci fanno divertire”, con cui Conte presentò uno dei suoi recenti DPCM.
Peccato che le cose però non stiano esattamente così e che, come quasi sempre accade a leggere i titoli di giornale senza proseguire poi a leggere i relativi articoli, si rischi di prendere fischi per fiaschi.
Lorenza Fruci non è affatto un’ex spogliarellista. Laureata in scienze della comunicazione e con un master all’Accademia delle Belle Arti di Roma, vanta al suo attivo diverse pubblicazioni, tra saggi e romanzi. Fra queste ci sono titoli anche come: “La vita segreta di Betty Page, la regina delle pin-up”, “Il boom del burlesque: un fenomeno fra costume e moda” e “Burlesque, quando lo spettacolo diventa seduzione”. Da qui l’etichetta di “esperta”. Il Burlesque, poi, è un genere di spettacolo con una tradizione ultracentenaria.
Dunque sì, Lorenza Fruci ha un interesse intellettuale spiccato per il fenomeno del Burlesque, che ha più volte analizzato nelle sue opere: ma questa è una cosa ben diversa dal lasciare supporre che la neo assessora sia una specie di ex spogliarellista, capitata in Campidoglio per caso, o per la vecchia amicizia con la sindaca.
Inoltre, vanta un curriculum più che dignitoso e perfettamente adatto a ricoprire il ruolo che le è stato assegnato, a dispetto dei meme boccacceschi su di lei che già hanno cominciato a circolare in rete.
L’ennesimo esempio di quanto l’informazione possa essere fuorviante, se letta in modo superficiale: si crea attenzione grazie a piccoli e semplici escamotage acchiappa clic, che spesso portano a credere il contrario di quanto poi non risulti essere vero.
Escamotage che, in parte, abbiamo usato anche noi in questo articolo, per portavi a leggerlo e che dunque, a maggior ragione, potrà usare ancora meglio chi è più scaltro ed esperto di noi.
A volte ciò avviene solo per aumentare i lettori. Altre volte accade invece per portare avanti campagne di discredito rispetto ad avverse forze politiche. Forze politiche che avrebbero già sufficienti colpe e mancanze, concrete e reali, senza che ci sia bisogno di suggerirne anche di artificiose e inesistenti, come quella di una spogliarellista al potere.
[La foto del titolo è stata diffusa da MTV con licenza creative commons su Flickr.com]
poi dicono delle Pari Opportunità e delle tanto sbandierate Quote Rosa. Appena una Donna si affaccia alla politica si scatena un pandemonio, pandemonio che non si scatena mai per le tante CEO d’industria o per le Signore della politica europea. c’é un misto di invidia e di misoginia da parte delle masse, e non solo maschili, anzi, dolorosamente, anche femminili