Quel teatro dimenticato sulla Tiburtina

Nel 1952 il Marchese Alessandro Gerini dona all’Istituto Religioso dei Salesiani un terreno, lungo la via Tiburtina a Roma, dove far sorgere un centro dedicato alla crescita spirituale e professionale dei giovani. Il complesso è intitolato alla memoria di sua madre, Teresa Torlonia Gerini, molto devota a Don Giovanni Bosco, fondatore delle congregazioni dei Salesiani.

Il rapporto di Alessandro Gerini con i Salesiani è di lunga data: il Marchese crea una fondazione, gestita appunto con i Salesiani, cui dona tutti i suoi possedimenti immobiliari. A detta del nipote Antonio, però, pare non si trattasse di estrema generosità ma di un escamotage per ottenere più facilmente i permessi di costruzione (mandando avanti i padri salesiani) e per pagare meno tasse. Alla sua morte si scatenerà una guerra legale tra gli eredi (affiancati da un uomo di affari siriano che ne rileva quote ereditarie) e i salesiani, conclusasi nel 2017 con la sconfitta dei salesiani costretti a cedere la propria sede storica in via della Pisana come risarcimento al businessman siriano.

La costruzione del centro, in via Tiburtina 986, viene terminata nel 1957 (pare anche con il contributo economico della stessa famiglia Gerini) e il bollettino salesiano del primo dicembre 1957 dà notizia dell’inaugurazione in questi termini:

“Una grandiosa opera per i figli del popolo alla periferia di Roma
L’Oratorio, per oltre 2000 giovani, comprende una grande Cappella propria – un gioiello di eleganza e modernità; – 16 aule per catechismo e ricreazione interna ; 2 saloni per riunioni ; stadio con due gruppi di tribune, due campi regolari di calcio, campi da tennis, pallacanestro, pallavolo, piste per corse, atletica e pattinaggio; palestra coperta fornita di tutti gli attrezzi; cine-teatro per 1500 posti, impianto sonoro e cinemascope, palcoscenico a piani elevabili e impianto ad aria condizionata. La chiesa parrocchiale (erigenda) sarà dedicata a San Domenico Savio e avrà un volume di 25.000 metri cubi”.

CineTeatro Gerini Roma

Insomma, un’opera non indifferente in cui spicca proprio il cine-teatro da 1500 posti: per avere un’idea, il Sistina ha solo 81 posti in più, il Brancaccio ne ha 200 in meno e l’Opera 100 in più.

Passano gli anni e il centro formazione diventa anche casa delle vocazioni salesiane; nel 2000 l’Istituto viene chiuso, per mancanza di vocazioni, e restano attive solo le scuole professionali.
Nel 2003 il nuovo piano regolatore del Comune di Roma permette ai salesiani di chiedere il cambio di destinazione d’uso di parte delle strutture, per la costruzione di cinque centri commerciali di 2500 metri quadrati l’uno. Successivamente tale area viene venduta dai salesiani alla società Amplired s.r.l. che porta avanti il progetto edilizio nonostante gli eredi Gerini intentino causa (poi persa) ai salesiani sostenendo che i terreni erano stati donati per opere sociali e non per esercizi commerciali.

Il progetto prevede la demolizione dell’area comprendente la chiesa, le strutture sportive e il teatro: i lavori di demolizione iniziano a febbraio 2008 e comincia una frenetica lotta da parte di comitati cittadini, personalità dello spettacolo e associazioni (tra cui anche Italia Nostra) per salvare almeno il teatro. La sala viene ripetutamente occupata e per un certo periodo torna a proporre spettacoli gratuiti. All’interno sono ancora presenti, gettati nella polvere, i manifesti e i volantini con i nomi degli artisti che ne sposano la causa.

CineTeatro Gerini Roma

Alla fine, la lotta ottiene il risultato di salvare il teatro (il resto è ormai demolito) e si arriva quindi al settembre 2013 con la cessione, a titolo gratuito, al Comune di Roma in cambio dell’autorizzazione al costruttore a usufruire comunque della cubatura che sarebbe risultata dalla demolizione dello stesso.

Dal 2013 ad oggi il teatro però giace in stato di totale abbandono, affiancato da un discount e un maxi store di detersivi, sorti al posto della chiesa e dei campi sportivi.

[Pietromassimo Pasqui è anche autore delle foto]

 

 

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