Chi è la Nina del Trullo?

Flavio Solo ha dipinto la sua NINA che piange in Via Massa Marittima, al Trullo. Sembra un creatura di Roy Lichtenstein oppure di Tony Abruzzo, BCartoonist americano che lavora per tutto il Novecento negli Stati Uniti.

L’opera è stata realizzata in un contesto familiare per Solo, lui è del quartiere e scrive in un post su Facebook: «Questo è il Trullo, dove vive mia nonna, dove sono nato io e mia madre e mio padre. Ho dipinto ovunque, ed è stupendo, ma qui è diverso, ho dipinto a casa, per la gente del mio quartiere, dove ho fatto le elementari… unendo le forze con altri artisti unici nati nei miei stessi giardinetti».

Arte Pop e fumetto si mescolano fantasticamente: per altro Abruzzo è stato probabilmente vittima del plagio del grande artista pop Lichtenstein, anche se il confine tra plagio e ispirazione o citazione nell’arte Pop di quegli anni è molto sottile.

Ragazza che annega di Roy Lichtenstein
Fumetto di Tony Abruzzo

Però, sapete chi è Nina a Roma? Non in America, al Village, a New York o a Metropolis fra i super eroi: a Roma, a Garbatella come al Trullo o a Trastevere o a Centocelle o all’EUR. Me lo sono sempre chiesto dal primo momento che l’ho vista li sotto quell’arco come una Giulietta anni Sessanta.

Poi ho pensato a una canzone Nina si voi dormite, un classico della canzone folk romanesca. Cantata da tutti: Claudio Villa, Gabriella Ferri, Lando Fiorini, Gigi Proietti. Mi sono detto: Eureka. Non poteva che essere lei, una ragazza di una canzone per serenate, che a Roma si fanno ancora, almeno dalle mie parti e ogni tanto attaccano così: Nde ‘sta serata piena de dorcezza / Pare che nun esisteno dolori / Un venticello come ‘na carezza.  Bella canzone, come dicono i giovani spacca ancora.  Vi Lascio qui un po’ di testo e il link a una versione un po’ più sensuale cantata prima da Gabriella Ferri poi da Fiorini e altri.

 

L’amore nun se frena, o Nina, amate,
che a vole’ bene, no, nun è peccato
Nina, si voi dormite,
sognate che ve bacio,
ch’io v’addorcisco er sogno
cantanno adacio, adacio.

Insomma, ero abbastanza sicuro di aver trovato la mia Nina, anzi, scusate, la Nina di Solo. Era pure una bella storia con le sue radici nella Roma magari non sparita ma quasi. Però mi frullava in testa un ritmo più moderno più black, meno da reuccio de Trastevere e un po’ più americano alla fine.

Certe volte Nina piange quando non ci sono,
mi chiede se è importante lei, o se è importante il suono dove io mi muovo….

Ho cercato e ho capito che invece Nina è quella dei COR VELENO e della loro canzone omonima. Si tratta di un gruppo musicale hardcore hip hop romanissimo: DJ Squarta e i rapper Grandi Numeri e Primo Brown. Primo purtroppo ora non c’è più.

Che poi alla fine, chiunque lei sia, la trovo bellissima con il suo cerchietto, i suoi lacrimoni e le sue labbra semichiuse. Forse si potrebbe chiedere all’autore, ma non so se lo voglio sapere veramente. Ognuno ha diritto ad avere la sua Nina: qualcuno che piange per noi, o che ci sogna, o tutte due le cose.

 

[La foto del titolo è tratta dal blog di visite urbane di alessandramezzasalma.it]

 

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