Via Giovanni da Montecorvino
Di solito te lo chiedono con un sorrisetto misto di complicità e minima vergogna, come a dire: “Lo so, non ti sto domandando dove stanno i Musei Capitolini, però sai benissimo di che parlo e probabilmente li hai visti pure tu”.
Se incontrate coppie di turisti in giro per la Garbatella, a volte con figli che condividono il setaccio, quasi sempre stanno cercando il Bar dei Cesaroni.
Lui, frontale per posizione e vocazione, verbalizza al viandante il fatto di essere quello che presta la facciata alla seguitissima serie tv.
Più in alto della scritta Bar dei Cesaroni, posizionata su una tenda da sole, ce n’è un’altra che com’è noto sta direttamente sul palazzo che ospita il locale e dice solo Garbatella, dieci lettere che – casomai non trasudassero sufficiente identità – sono incastonate tra due stemmi dell’Associazione Sportiva Roma, mentre due bandiere della medesima incorniciano il tutto.
Solo chi si avvicina però può farsi una fischiata col pappagallo Nerone, e già che c’è accorgersi che il bar, dentro, non c’entra niente con quello della serie, scorgendo nei biliardi sul retro appartata concentrazione e zero riflettori.
Fuori, a pochi metri, c’è un altro locale, che specie all’ora dell’aperitivo contribuisce alla vivacità dello slargo. Da lì, tra tavoli e tavoli, parte in salita – perciò, ragionevolmente, avvicinandosi alla luna – la scalinata di via Giovanni da Montecorvino. Si può salire per il gusto di andare, per scoprire che il palazzo del bar – ineffabile coincidenza – è del 1927, per affacciarsi sui lotti, per guardare da vicino le scale e il corrimano, per allontanarsi dai tavolini e andarsi a baciare.
In ciascuno dei casi verificando che la vita è più importante, e spesso meglio, della televisione.