La Roma di Veltroni

Il 27 maggio 2001, mentre il governo nazionale è da poco tornato saldamente nelle mani di Silvio Berlusconi, a Roma, un po’ in controtendenza con ciò che accade nel resto d’Italia, Walter Veltroni riesce a sconfiggere al ballottaggio Antonio Tajani, divenendo così il secondo sindaco scelto dai romani con il sistema dell’elezione diretta.
Veltroni si è presentato agli elettori come il continuatore del lavoro avviato dal sindaco uscente Francesco Rutelli e dalla sua maggioranza di centrosinistra e forse è anche questo che contribuisce a premiarlo, assieme alla sua notorietà a livello nazionale: egli è infatti il segretario dei DS (incarico che lascerà a Piero Fassino, dopo la sua nomina a sindaco), ex vice priesidente del Consiglio, ex direttore del quotidiano l’Unità.

In questo segno di continuità con l’amministrazione Rutelli, sarà proprio Veltroni colui che coglierà i frutti dei lavori avviati negli anni precedenti e che inaugurerà ufficialmente molte delle opere progettate durante il mandato del suo predecessore: dall’Auditorium Parco della Musica alla Galleria Giovanni XXIII, dalle sedi del Macro (quella all’ex fabbrica Peroni e quella all’ex mattatoio di Testaccio), alla nuova Fiera di Roma, al nuovo complesso dell’Ara Pacis.

Foto di Gianfranco Goria diffusa su Flickr.com con licenza creative commons

A questo si affianca anche una progettazione di ampio respiro, per nuove grandi strutture cittadine, il cui disegno viene curato dai maggiori architetti internazionali. Esemplare, dopo l’assegnazione a Roma dei mondiali di nuoto del 2009, il progetto per la costruzione della grande Città dello sport di Tor Vergata, la cui realizzazione è affidata allo spagnolo Santiago Calatrava. O l’avvio dei lavori per la costruzione del museo Maxxi, assegnato all’iranchena Zaha Hadid e della Nuvola dell’Eur, ideata da Massimiliano Fuksas. Parte poi il progetto per la costruzione della nuova stazione Tiburtina, dedicata all’alta velocità, con il relativo progetto di abbattimento di un tratto della tangenziale est e l’avvio dei lavori per le nuove linee metropolitane B1 e C.

Sono anni in cui Roma sembra destinata a divenire il centro propulsivo, economico e culturale d’Italia, a fare da traino per il resto della nazione, a rivaleggiare con le altre capitali europee, con un Pil cittadino che cresce quasi il doppio rispetto alla media italiana (con punte che arrivano anche a quattro volte di più) e una capacità di attrarre energie e sponsor privati per quelle nuove iniziative culturali che Veltroni avvia, a partire dalla nuova Festa del Cinema di Roma e dalla Notte Bianca.
Sembra quasi di essere tornati ai tempi di Renato Nicolini, il creatore dell’Estate Romana, con quella capacità di creare eventi che diventano anche un grande volano sociale ed economico. La spesa in cultura a Roma passa dal 2,5% al 4,5% del bilancio. Nascono la Casa del Jazz, la Casa del Cinema, la Casa della Letteratura, i teatri di cintura, il Teatro Globe di Villa Borghese.

Roma diventa quindi un brand accattivante, nonché un centro culturale di livello internazionale, al quale Veltroni fa da “testimonial”, riconoscibile e riconosciuto. Il successo d’immagine è tale che, alle elezioni comunali del 2006, Veltroni trionfa con un roboante 61,40% al primo turno, quasi doppiando i voti del suo contendente Gianni Alemanno. Ancora oggi resta quello il migliore risultato mai ottenuto da un sindaco scelto con il sistema dell’elezione diretta.

E’ durante questo suo secondo mandato che viene definito e poi approvato il nuovo Piano Regolatore Generale della città. Anche in questo caso si tratta di un lavoro già avviato sotto la precedente amministrazione e che Veltroni porta a compimento, accentuandone però alcuni aspetti, come quello relativo alle cosiddette “centralità urbane”, cioè ai nuovi quartieri periferici (il PRG ne indica diciotto) che vengono ideati come centri autonomi e dotati di ogni servizio.
La realtà si rivelerà però diversa. Tolti i centri commerciali, di ulteriori servizi di pregio per i quartieri di nuova costruzione ne risulteranno alla fine realizzati ben pochi. In compenso Roma diventa una città con 70 milioni di metri cubi di cemento in più, fra quelli costruiti e quelli previsti, sempre più policentrica, con una struttura a macchia di leopardo che ne svuota il centro storico (trasformato, di fatto, in un enorme “albergo diffuso”) e rende sempre più difficile la gestione cittadina, anche sul piano dei trasporti.

L’immagine sfavillante della Roma veltroniana, brand accattivante fatto di eventi, di cultura e di economia fiorente, comincia intanto ad essere offuscata anche da alcuni scandali. Sebbene per tutta la durata del suo mandato questi restino ancora sottotraccia, essi esploderanno in modo dirompente negli anni successivi, coinvolgendo, oltre ai futuri sindaci in carica, anche scelte e opere realizzate durante la gestione Veltroni. Dallo scandalo dei mondiali di nuoto del 2009 (la grande città dello sport di Calatrava, tra l’altro, nonostante l’avvio dei lavori e i forti investimenti fatti, resterà incompiuta, salvo quella “Vela” oggi visibile lungo il tratto iniziale dell’autostrada per Napoli), alla vicenda che alcuni anni dopo irromperà sulla scena col nome di Mafia Capitale, coinvolgendo anche uno stretto collaboratore di Veltroni: Luca Odevaine, già suo vice capo di gabinetto.

Foto di Lapo Pistelli diffusa su Flickr.com con licenza creative commons

Quando ciò accade, però, Veltroni non è più alla guida della città. All’inizio del 2008, infatti, neanche a metà del suo secondo mandato, il sindaco, che ha da poco lanciato il nuovo soggetto politico nazionale del Partito Democratico, decide di candidarsi alle elezioni politiche come primo ministro, richiamando a sostituirlo per il centrosinistra, sulla poltrona capitolina, l’ex sindaco Rutelli.
Né Rutelli a Roma, né Veltroni sul piano nazionale, riusciranno però a vincere le elezioni di quell’anno. Sta per cominciare il quinquennio della prima giunta di centrodestra della città: quella guidata da Gianni Alemanno.

 

Storie di Campidoglio

GLI ARTICOLI DELLA SERIE:

01 – Tutti i sindaci del Re

02 – I sindaci umbertini

03 – Nathan, “er mejo sindaco”

04 – I governatori del Ventennio

05 – Il regno di Rebecchini

06 – I sindaci della Roma Olimpica

07 – Clelio Darida, l’ultimo DC

08 – 1976-1985: i sindaci rossi

09 – 1985-1993, gli anni del Pentapartito

10 – Il sindaco del Giubileo

11 – La Roma di Veltroni

12 – La destra in Campidoglio

13 – Marino: il sindaco interrotto

 

[La foto del titolo è di Leonardo D’Amico ed è stata diffusa via Flickr.com con licenza creative commons]

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