La capitale della poesia ambientale

Forse non è tempo di poesia. O forse, invece, è proprio la poesia che può aiutarci, oggi, a trovare senso in questo lockdown mentale in cui siamo calati. E ancora di più la poesia ambientale, a cui nei prossimi giorni è dedicato un festival, qui a Roma, ma che sarà possibile seguire virtualmente da ovunque. Perché la natura oggi è una questione politica urgente, una questione di sopravvivenza, ha scritto il poeta e critico statunitense Jay Parini. E la poesia ambientale, che è una cosa diversa dalla poesia della o sulla natura,  “esplora le complicate connessioni tra le persone e la natura” ed è spesso scritta da poeti preoccupati del nostro impatto, come umani, sul mondo naturale. 

“I poeti oggi si prestano a essere testimoni del cambiamento climatico mentre al tempo stesso sollevano l’attenzione su questioni ambientali importanti e sostengono la causa della salvaguardia e della conservazione”, scrive l’americana Poetry Foundation per definire questa corrente poetica.

Può sembrare una scelta di moda, come la nuova fantascienza Solarpunk, che punta sulla tecnologia ecosostenibile e sulla visione ottimistica di un futuro verde, e forse lo è anche. Ma è soprattutto la cartina di tornasole di un momento storico, di una presa di coscienza.

Il festival, che ha debuttato già nella scorsa primavera, si svilupperà lungo quattro giorni, dal 9 al 12 dicembre, in streaming da tre luoghi diversi di un unico quartiere: la Biblioteca Quarticciolo, il Teatro Quarticciolo e il Museo dell’Altro e dell’Altrove (il MAAM).

Promosso da Saperenetwork, una startup editoriale specializzata nella “comunicazione culturale della sostenibilità e dell’innovazione”, il festival rientra nel programma di ROMARAMA2020, la manifestazione che ha preso il posto della tradizionale Estate Romana.

Presa di coscienza, dicevamo. Che non vuol dire ennesimo grido di angoscia, ma “umanizzare” un problema, e darci forse una mossa per affrontarlo. “Una buona poesia ci ricorda la nostra comune umanità. Una buona poesia unirà le parole insieme come perle e ci metterà in contatto, spingendoci fuori dai nostri soliti luoghi comuni. Una buona poesia ci ricorda tutto ciò che condividiamo e tutto ciò che mettiamo a rischio”, come è scritto nelle motivazioni di un premio Usa creato proprio per la “poesia di azione climatica”.

E i “buoni poeti” e i critici e gli scrittori che si confronteranno col tema sono oltre una dozzina, impegnati in letture, performance e dibattiti.

C’è Antonella Anedda (Anedda Angioy) tradotta in varie lingue da poeti come lei, tra cui Jamie McKendrick, Jean-Baptiste Para ed Eiléan Nì Chuillenàin, e premiata in diverse manifestazioni (Montale, Viareggio, Bodini). La sua raccolta più recente è Historiae, uscita nel 2018. 

C’è Giuseppe Bellosi che ha scelto la poesia dialettale (ultima produzione il poemetto Requiem). C’è Maria Grazia Calandrone, che porta la poesia nelle carceri, nelle scuole, nei dipartimenti di salute mentale,  e che ha pubblicato recentemente Il giardino della gioia

Ancora, Laure Gauthier, che vive e scrive a Parigi, e mescola la poesia con la musica e l’arte, con installazioni sonore e luminose e collaborazioni con compositori contemporanei all’insegna dello sperimentalismo. Ed è stata tradotta in italiano nel volume La città dolente

Mariangela Gualtieri ha collaborato con Milo De Angelis, Mario Luzi, Amelia Rosselli e Franco Fortini, e scrive poesie da quasi 30 anni (Quando non morivo è il titolo più recente).

José Manuel Lucía Megías è un poeta spagnolo tradotto in arabo, francese, ebraico, inglese e italiano. Eliza Macadan viene invece dalla Romania ed è di madrelingua moldava, ma scrive anche in italiano, dopo aver vissuto qui dieci anni. ha vinto diversi premi e il suo libro più recente è Pianti piano.

Valerio Magrelli (Roma, 1957) è uno dei poeti italiani più noti e premiati. Il suo ultimo libro non è di poesia: Sopruso: istruzioni per l’uso.

Valerio Magrelli

Jarosław Mikołajewski è un poeta, saggista, giornalista e traduttore polacco. Da sempre appassionato di letteratura e lingua italiana, a lui si deve la diffusione delle traduzioni di molti autori italiani in Polonia, a partire dal 1988.

E poi c’è Eleonora Rimolo, una giovane poetessa che nel 2019 si è aggiudicata il premio “Pordenonelegge poesia” grazie alla sua ultima raccolta, La terra originale. E Andrea Satta, fondatore della band romana Têtes de Bois, di cui è il cantante; e anche l’inventore del “palco a pedali”, cioè un eco-spettacolo interamente alimentato dal pubblico, che pedala sulle proprie biciclette durante tutto lo show, ricaricando delle dinamo e producendo così l’energia necessaria all’illuminazione e all’amplificazione del palco. 

Niccolò Scaffai è un critico che si è occupato anche di ecologia letteraria, mentre Tania Convertini è una docente di italiano negli Usa che studia pedagogia e nuovi media, e Giuseppe Cederna è un attore e scrittore che da anni è anche impegnato nel mondo ambientalista.

Il programma del festival è vasto, qui tutti gli appuntamenti.

[La foto del titolo è di Fabrizio Lonzini ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]

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