Il GECO e La Virginia

Hanno preso GECO. Un’operazione durata circa un anno e condotta dalla procura della Repubblica di Roma e portata a termine niente di meno che dal NOE: no, scusate dal NAD, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Immagini del covo del terribile GECO con i corpi del reato sono stati diffuse sui media tradizionali e sui social.  La Sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha voluto descrivere lei stessa il raccapricciante contenuto del covo:  “Centinaia di bombolette spray, migliaia di adesivi, funi, estintori, corde, lucchetti, sei telefoni cellulari, computer, pennelli, rulli e secchi di vernice. […] Era considerato imprendibile, ma ora Geco è stato identificato e denunciato”.

Ma chi è questo feroce criminale e soprattutto che ci faceva con tutti quei colori, quelle corde, gli adesivi? Sembrano cose da ragazzi, cose per giocare e dipingere.

Leggiamo meglio il post della Sindaca:

“Grazie al lavoro del Nad, a un anno di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, i nostri agenti sono riusciti a identificare il writer”.

Writer? Quindi era uno che disegnava sui muri.  E sto NAD, che è? “Nucleo Ambiente e Decoro della nostra Polizia Locale”.

Sindaca Raggi, ma veramente avete presentato come una grande operazione di polizia l’arresto di un ragazzo di 29 anni che scriveva il suo pseuodonimo sui tetti e sui muri dei palazzi della periferia romana e anche su quelli di qualche palazzone un po’ più al centro, arrampicandosi e destreggiandosi di notte per scrivere senza essere visto?

Credo sia utile spiegare a lei e ai suoi seguaci che il muralismo moderno, la street art, lo inventarono ragazzi che scrivevano, facevano TAG, cioè firme elaborate, e disegni stilizzati un po’ ovunque. Uno di loro si chiamava Keith Haring, ora considerato uno di più grandi artisti del Novecento.

Keith Haring  faceva come lui

Un suo predecessore, cara sindaca, cancellò le sue opere, che ora varrebbero milioni, perché doveva venire Gorbaciov e bisognava dare una ripulita. Quindi ci è noto che l’amministrazione comunale non sappia distinguere il cioccolato dalla pula. Però almeno, almeno non presentate un ragazzo di 29 anni di Torpignattara che si arrampica sui tetti per scrivere GECO, come fosse il capo della mala di Roma. Che pare ci sia, sa, la mala. Possiede ristoranti, piazze di spaccio, alberghi, discariche, palazzi del centro e molte altre attività. Provi a chiederlo a Federica Angeli che ora lavora con lei, credo saprà spiegarglielo con dovizia di particolari.

GECO non è un criminale ma un ragazzo di Torpignattara che disegna

Le voglio raccontare anche un’altra storia: questa però di fantasia, è tratta da un film.  È la storia di un ragazzo il cui fratello pompiere subisce un terribile torto dall’amministrazione comunale di New York, che non gli riconosce un atto di eroismo, per il quale rimane per giunta invalido. Il giovane decide di vendicarsi, smascherando tutte le malefatte del sindaco, e alla fine di ogni azione si firma con la tag TURK 182! Il sindaco, poverino, era pure impegnato in una campagna elettorale per la rielezione.

Non vorrei che Lorenzo Perris da Torpignattara, questa pare essere la vera identità di GECO, se la cavasse con poco e poi si mettesse in testa di essere il nostro TURK 182! Che poi come GECO, anche Turk era un grande arrampicatore, anche lui funi, corde e travestimenti.

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