Perché il Pd dovrebbe sostenere Raggi?

Il Partito Democratico finirà per sostenere la ricandidatura a sindaca di Virginia Raggi? Trovo la domanda sgradevole, ma penso che l’interrogativo vada in qualche modo affrontato.

Prima ancora che la Raggi fosse eletta a prima cittadina, nel 2016, ritenevo che il Movimento 5 Stelle non sarebbe stato all’altezza di guidare il Campidoglio. In quella circostanza, dopo le vicende legate a Ignazio Marino e al Pd, i cittadini non avevano tuttavia molte scelte.
In questi anni, l’elettore meno vincolato ad appartenenze ideologiche, ha considerato il voto come una punizione o un premio. Andare alle urne, sembra sempre più l’esito finale di uno scontro tra tifoserie contrapposte, in una divisione, priva di sfumature, tra buoni e cattivi.

A contare sono le performance mediatiche dei candidati, capaci di profilarsi secondo i format di genere dello show business, dell’industria dello spettacolo. Meccanismo che spesso non riesce a mettere a fuoco i reali interessi in campo.

Sappiamo che gli elettori di sinistra, in particolare coloro che sono rappresentati dal Pd, più volte hanno dato il voto a personaggi che non gradivano. Per cui, spiega lo storico e voce della sinistra radicale Marco Revelli (sul Fatto Quotidiano), una conferma di Chiara Appendino a Torino e di Virginia Raggi a Roma non sarebbe affatto scandalosa. Anzi, sarebbe opportuna. Non ci sarebbe nulla di strano, dato che nelle ultime elezioni municipali, una parte del popolo di sinistra si è già espresso per le candidate pentastellate.

In altre parole, la tesi è questa: per vincere sulla destra il Partito Democratico deve, senza troppe sottigliezze, rendere concreta l’alleanza strategica con il Movimento 5 Stelle; non solo, qualora il leader Nicola Zingaretti non rendesse evidente questo percorso, c’è il rischio che il governo giallorosso cada e l’esito delle nuove elezioni sarebbe del tutto incerto.

Insomma per rendere appetibile ai grillini un accordo con i democratici, di fatto per sostenere i fautori interni al Movimento di questa prospettiva, a Zingaretti & company converrebbe sostenere la Raggi. Una prova di forza del tipo “votate i nostri o niente” è destinata al fallimento. Meglio il compromesso, si suggerisce al segretario del Pd.

La domanda su cosa farà il partito di centrosinistra resta aperta. C’è chi scommette su un accordo al secondo turno. Al primo divisi e poi al ballottaggio uniti, sempre che il candidato democratico ce la faccia. C’è chi, come abbiamo detto, invita a sostenere direttamente la Raggi.
Ma al di là dei ragionamenti e delle strategie, i cittadini romani sono pronti votare nuovamente la Raggi? A naso, sembrerebbe di no.

[La foto del titolo è stata diffusa su Flickr.com dal Comitato Europeo delle Regioni]

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