Tariffa Tari ridotta? Tutto da buttare
La vicenda che stiamo per descrivere prende spunto da alcune dichiarazioni dell’amministratore delegato di Ama, Stefano Zaghis, sulla possibilità di ottenere la diminuzione del pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti.
In questa intervista del 19 gennaio, mai smentita, l’AD di Ama dichiara tra virgolette: l’azienda ha rinnovato il suo sito internet e ha inserito una sezione per gli utenti che vogliono chiedere la «riduzione della tariffa dei rifiuti».
Non si tratta del rimborso dell’80% della Tari – azione legale che, tra il Codacons e i comitati di quartiere, ha raccolto oltre mille adesioni – ma di uno sconto in bolletta, in presenza «di alcune specifiche condizioni», spiega la partecipata. Una di queste, si diceva, è «il mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti o di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento». Oppure «l’interruzione del servizio per motivi sindacali o per impedimenti organizzativi».
Non basta però compilare il modulo sul sito dell’Ama: «Per il riconoscimento della riduzione – fa sapere la società comunale – è obbligatorio allegare alla dichiarazione, il documento dell’autorità sanitaria attestante il danno o il pericolo di danno alle persone».
Insomma, serve un attestato della Asl di riferimento.
Cittadinanzattiva a livello nazionale e regionale raccoglie quotidianamente segnalazioni da parte dei cittadini nei diversi settori. In particolare, dopo questa notizia, apparentemente positiva per i cittadini, i nostri telefoni hanno iniziato a ricevere informazioni sul tema dei rifiuti.
Il nostro servizio, che risponde allo 0636718040 (lunedì 14:30-17:30, mercoledì e venenerdì 10-13), ha raccolto le segnalazioni dei cittadini e, non avendo indicazioni specifiche sulle procedure da attivare, ha contattato chi, secondo le indicazioni dell’amministratore delegato di Ama avrebbe dovuto essere la porta di accesso alla diminuzione del pagamento della Tari: le Asl. E qui abbiamo avuto fondamentalmente alcune conferme.
Le Asl in questione hanno ricevuto, anche loro, richieste da parte dei cittadini (cosa normale vista rilevanza notizia e soprattutto del problema). Ma le stesse Asl non hanno nessuna indicazione su procedure da attivare per la riduzione del pagamento Tari e non hanno neanche competenza su tale fattispecie. Un’eventuale certificazione avrebbe costi superiori certi rispetto alla riduzione del pagamento Tari di cui non si ha minimamente contezza. Infine, abbiamo registrato una giusta irritazione da parte delle ASL verso questa situazione.
A questo punto poniamo domande semplici al Sindaco di Roma, Virginia Raggi, e all’AD di Ama.
Quali procedure deve attivare un cittadino romano per vedersi riconosciuta la diminuzione del pagamento della Tari a causa della inefficienza del servizio di Ama?
Quali sono i costi eventuali che il cittadino in questione dovrebbe sostenere per avere la diminuzione della Tari?
A quanto ammonta la diminuzione della Tari per i cittadini romani che ne faranno richiesta?
Avete concordato con le Asl le modalità e le procedure di cui sopra? E se sì, con quali uffici?
Siete a conoscenza delle competenze delle Asl circa questa fattispecie
Secondo voi, se le ASL non sono competenti, a chi ci dobbiamo rivolgere? E dove dobbiamo indirizzare i cittadini per vedere soddisfatti legittimi interessi lesi da una gestione disdicevole dei rifiuti a Roma?
Le domande che vi abbiamo sottoposto sono necessarie per dare risposte ai cittadini che comunque chiamano i nostri servizi e le Asl, aggiungiamo.
Elio Rosati è il segretario di Cittadinanzattiva Lazio