Giunta Raggi, il peggio è alle spalle. Forse
Sindrome da accerchiamento? La sindaca Virginia Raggi continua a perdere consensi tra i cittadini, ma si rafforza invece tra gli elettori del Movimento Cinque Stelle. Lo dice un sondaggio diffuso oggi dall’Istituto Ixé, che registra in due mesi una perdita netta di fiducia di 10 punti percentuali: dal 33% del 17 febbraio al 23% del 21 aprile.
Paralellamente, la prima cittadina è passata dal 52% tra gli elettori M5s al 59%. Si tratta di un sondaggio, è chiaro, ma la tendenza è interessante. Mentre il calo di fiducia tra gli elettori presi nel loro complesso è sostanzialmente costante, il sostegno da parte di coloro che si qualificano come votanti M5s segna alti e bassi.
Il 3 marzo, per esempio, il 71% di questi ultimi esprimeva fiducia. Ma due settimane dopo calavano al 60%, per poi risalire al 66% il 7 aprile.
Insomma, l’elettore M5s sembrerebbe un poco ondivago, ma comunque sostanzialmente favorevole alla sindaca, che invece continua ad essere trattata impietosamente dai media. Prima con la vicenda della sua assenza (per una vacanza sulla neve) mentre si preparava la cerimonia per i 60 anni della firma dei Trattati di Roma, poi per la vicenda del nuovo stadio della AS Roma, che al momento è impantanato nelle difficoltà burocratiche, dopo che il Campidoglio non è riuscito in tempo utile a presentare il nuovo progetto. Nel frattempo, c’è la questione dei rifiuti e quella dei numerosi filobus che si sono guastati poco dopo l’acquisto. E anche dell’inchiesta giudiziaria che la riguarda, per le nomine in Comune.
Tra un paio di mesi si celebrerà un anno dall’elezione in Campidoglio della prima sindaca della storia romana, oltre che della “conquista” della Capitale da parte del M5s. Sarà l’occasione per fare il punto, ma intanto c’è da dire che paradossalmente il peggio per Raggi sembra alle spalle, e che la sindaca ora non potrebbe che riprendersi.
Ma, come dimostra il caso di Ignazio Marino, che dopo un primo anno non esaltante in Campidoglio è riuscito a peggiorare la situazione, c’è sempre un però.