Degrado VS persone
Vi do una notizia: a Roma, per strada, s’incontrano un sacco di poveri. In realtà, è difficile non notarli, perché ci chiedono l’elemosina. Ma ci si può sforzare di non vederli e finire per considerarli invisibili, dopo un po’. O pensare di diventare invisibili a loro, magari mentre ci immergiamo nello smartphone.
A chiedere soldi per strada sono in tanti. Davanti ai bar, vicino ai mercati, alle stazioni della metro e dentro i vagoni, vicino alle chiese. Spesso si tratta di stranieri poveri, ma ci si imbatte anche in tanti italiani, che di solito tengono a farlo sapere, che sono nostri connazionali. Probabilmente perché ritengono, a ragione o a torto, che sia più facile ottenere soldi. Prima gli italiani, no?
Coloro che chiedono l’elemosina ormai sono più di quelli che vendono servizi ai semafori (pulizia vetri, vendita fazzoletti, arbre magique, giornali etc), a cui ci siamo abituati. O quelli che vendono gli ombrelli quando sta per piovere. E sono spesso insistenti.
Altra notizia. C’è molta gente che dorme per strada, nella nostra città. Anche in questo caso, si tratta soprattutto di stranieri. Che spesso fanno anche i loro bisogni, per strada.
A tutte queste persone difficilmente si può dire: andate a lavorare, perché il lavoro non c’è. Si può dire: restatevene al paese vostro. Ma (senza contare quelli che scappano da guerre, dittature, fame o anche solo con la speranza di stare meglio) quando si tratta di italiani, è impossibile. Dunque?
Tutte queste persone non sono degrado. Sono vittime del degrado economico, sociale, politico.
Se vi preoccupate di famigliole costrette a fare lo slalom uomini che dormono (magari anche mezzi ubriachi) sui cartoni, per terra, pensate anche a che esperienza deve essere, quella di dormire senza alcun riparo, col rischio anche di essere aggrediti. Dubito che qualcuno lo faccia perché gli piace. O perché nel suo paese magari è abituato così (tipo i negri che hanno il ritmo nel sangue).
Tutto quello che ho appena scritto qualcuno potrebbe considerarlo buonismo (personalmente disprezzo questa parola e chi la usa). Ma è buonismo provare a farsi qualche domanda sulle ragioni che spingono delle persone (straniere o italiane) a chiedere l’elemosina per strada o a dormire su un cartone buttato su un marciapiede?
Non ho soluzioni magiche. Continuo a pensare che fare la carità sia comunque meglio che invocare l’intervento pubblico o i massimi sistemi senza fare nulla o fregarsene e magari inveire pure contro i poveri disgraziati.
E credo che disumanizzare quelli che affollano le strade, facendoli passare per degrado, sia una cosa molto simile al fascismo democratico.
[La foto del titolo, “In ricchezza e in povertà”, è di Emanuel Leanza. L’immagine nel corpo del testo è un’iscrizione che si trova nella chiesa di Santa Maria Portae Paradisi, a Roma. La foto è di Kajojojak. Entrambe le foto sono diffuse con licenza creative commons]