Virginia Raggi e i dolori dei sondaggi
Il dato è passato quasi inosservato, ma mentre ieri il Campidoglio a Cinque Stelle approvava definitivamente il bilancio comunale di previsione (con grande anticipo rispetto alla media romana), due sondaggi davano la sindaca Virginia Raggi di nuovo bocciata dalla maggioranza degli elettori.
Secondo due sondaggi di Ipr Marketing e Tecné, rispettivamente solo il 43% o il 41% dei romani voterebbe ancora Raggi al ballottaggio, mentre il 57% o il 54% non la voterebbe più (era stata eletta col 67%) dei voti.
Dopo la classifica del Sole 24ore sugli amministratori più amati delle città capoluogo, in cui la sindaca è risultata penultima, era chiaro che la “luna di miele” tra romani e prima cittadina era praticamente finita. Questi dati sono solo la conferma.
Altri sondaggi dicono però che nonostante la deludente Raggi, il M5s continua a tirare, a livello nazionale, visto che gli stessi Ipr e Tecné ieri davano i grillini rispettivamente al 30% e al 30,5% (alla pari con il Pd nel primo caso, più avanti nel secondo). Altre rilevazioni nei giorni precedenti davano dati più o meno simili.
Intanto, sui media continua il de profundis per la sindaca. I magistrati hanno fatto uscire nei giorni scorsi la notizia che la sindaca vorrebbe patteggiare (anche se per il momento è solo indagata, per abuso d’ufficio e falso, neanche rinviata a giudizio: quindi i tempi sarebbero un po’ prematuri). Lei ha ufficialmente negato, ma intanto la frittata è fatta.
Gli avversari interni invece fanno sapere (sempre attraverso i giornali) che se Raggi dovesse dimettersi avrebbero già pronta da lanciare la parlamentare Roberta Lombardi, che ha un nutrito gruppo di sostenitori nella Capitale, e che si scontra da tempo con Virginia e il suo entourage. Ma si tratta di una ipotesi con molti se, appunto: se la sindaca si dimettesse si scioglierebbe il Comune, si andrebbe al commissariamento e comunque Lombardi potrebbe candidarsi solo se lasciasse per tempo la carica da parlamentare (o venisse sciolto il Parlamento), per il regolamento interno del M5s.
Come abbiamo già scritto, la campagna elettorale a Roma è già di fatto iniziata. Ma quella per le elezioni politiche nazionali (che il M5s sembra voler impostare sull’uscita dall’euro) potrebbe aiutare Raggi a resistere per alcuni mesi e a recuperare terreno.