Perché dovete lasciar cantare Bello Figo
A farmi conoscere l’esistenza di Bello Figo è stato mio figlio, un decenne appassionato di YouTube (dove guarda soprattutto tutorial di MineCraft) e Youtuber, che per settimane mi ha martellato col ritornello “Tutti sanno che mangio la pasta col tonno, col tonno”.
Non avevo manco capito che fosse nero, non avendo visto il video. E giustamente, non è che mio figlio fosse stato lì a spiegarmelo. Poi è uscito “Non pago affitto”, e ancora non avevo capito chi fosse Bello Figo. Ascoltando la canzone, mi era venuto il dubbio che fosse un razzista che ripeteva la propaganda spicciola sui migranti e profughi che gira da anni, e mi stavo innervosendo.
Alla fine, però, ho visto il video, e ho capito. Quel rapper (che si chiama Paul Yoba, è nato in Ghana ma è arrivato da bambino in Italia con la famiglia per cui concluderei che è senza dubbio italiano) ha preso tutte le fake news sui profughi e le ha genialmente messe in musica, facendone un inno ironico.
Ho sentito piuttosto distrattamente altre sue canzoni. Secondo mia figlia, 12 anni, Bello Figo “è volgare e insopportabile”, e posso anche capire il giudizio, anche se i numerosi autori che circolano su YouTube e anche sui canali mainstream non è che siano meno dediti al turpiloquio (non fraintendetemi: anch’io ho un eloquio piuttosto volgare, di solito).
Il problema, però, non è che Bello Figo sia volgare, ma che è un negro che prende in giro i bianchi razzisti, come è successo nel famoso confronto tv con Alessandra Mussolini.
Ecco perché alcuni gruppi di estrema destra negli ultimi mesi hanno fatto saltare tre concerti del rapper, ed ecco perché ora il gruppo Azione Frontale ha chiesto agli ex Magazzini Generali di annullare lo show di Bello Figo il 4 febbraio. Minacciando altrimenti un picchettaggio.
Si potrebbe dire che, in fondo, è tutta pubblicità. Per Bello Figo, soprattutto, e concluderne che alla fine tutto si risolverà per il meglio.
Si potrebbe anche spiegare a chi protesta che non è cacciando i rifugiati che di per sé miglioreranno le condizioni degli italiani poveri. Ma questo ai razzisti probabilmente non interessa.
E comunque qui si tratta prima di tutto di garantire la libertà di espressione (che per me si applica sia a chi canta testi volgari che a chi dice cose stupide e razziste, vorrei chiarirlo).
Quindi, lasciate cantare Bello Figo. Anche se già d’ora si può immaginare che il suo sarà un concerto blindato. Ma meglio questo che dare soddisfazione al Ku Klux Klan alla romana.