Ma la colpa non è solo di Virginia Raggi
La notizia che Virginia Raggi sia penultima nel sondaggio sui sindaci 2016 non stupisce molti, e soprattutto i suoi critici, secondo cui la prima cittadina è decisamente “unfit”, inadatta, al ruolo di guidare la Capitale.
Ma le vicende romane non sembrano avere peso sul consenso nazionale al M5s, visto che nel frattempo altri sondaggi dicono che il movimento di Beppe Grillo e Davide Casaleggio aumenta i consensi e rischia di vincere le elezioni politiche, se si votasse con il famoso Italicum.
E la bocciatura di Raggi arriva mentre vengono promossi altri due sindaci grillini o ex grillini: la torinese Chiara Appendino, prima, e il parmigiano Federico Pizzarotti, terzo (ma il livornese Filippo Nogarin è 92esimo).
Comunque, a guardare la serie storica del Governance Poll, il sondaggio realizzato dall’Ipr Marketing, si direbbe che il problema non riguardi soltanto Raggi, ma i sindaci che hanno governato Roma almeno negli ultimi 10 anni, con una fiducia sempre più in calo nella classifica nazionale.
Per esempio, a fine 2014, prima di essere “dimissionato” dal suo partito, il Pd, Ignazio Marino era 82esimo. Solo un anno prima era 21esimo.
A fine 2012, prima delle elezioni in cui non fu poi rieletto, Gianni Alemanno era sceso al 70esimo posto in classifica, da 44esimo che era nel 2011. Nel 2010 invece era 72esimo, nel 2009 73esimo, nel 2008, anno dell’elezione, era 34esimo.
Walter Veltroni era arrivato al 14esimo posto nel 2007, cioè qualche mese prima delle elezioni anticipate che poi videro la vittoria di Alemanno sul redivivo Francesco Rutelli. Nel 2006 era terzo, nel 2005 primo.
Insomma, dopo i fasti di Veltroni e quelli di Rutelli (ma all’epoca non c’era il governance poll), da una decina di anni gli amministratori di Roma non sono mai tra i primi 10 d’Italia. Il che ci dice di una progressiva decadenza politica della città, almeno dal punto di vista della capacità dei suoi amministratori di ottenere consenso (Così come, a Torino, di sicuro Appendino si avvantaggia anche di un’onda positiva degli ultimi anni ottenuta dagli amministratori Pd).
Virginia Raggi parte 103esima, con un consenso del 44%. Il minimo che si possa dire è che c’è ampio spazio per migliorare, considerato che è stata eletta da neanche un anno. Ma, come mostra il caso di Marino, si può anche fare peggio, rapidamente.