Il partito (democratico) che non c’era
Qualunque idea si abbia dell’amministrazione Raggi, non si può non credere che un’opposizione attiva e attenta sia importantissima. Personalmente non sono contento del lavoro che ha fatto fin qui il nuovo sindaco: trovo la città sporca e disordinata come prima e non c’è niente che possa farmi concretamente decifrare il carattere di una svolta positiva, e quindi spero che in Campidoglio ci sia qualcuno che si occupi di controllare il sindaco, gli assessori e i consiglieri di maggioranza. Insomma, qualcuno che faccia opposizione.
Naturalmente qualsiasi opposizione va bene, almeno a questo scopo. L’attività di controllo e denuncia degli abusi o delle omissioni è quella che è, e poco cambia se a promuoverla è un consigliere eletto in una lista piuttosto che in un’altra. Certo, è chiaro che anche l’opposizione va condotta responsabilmente e in modo non pretestuoso, ed è quindi normale che i cittadini tendano a confidare nell’attività di opposizione che può condurre il consigliere che hanno contribuito ad eleggere. Così, se qualcuno (contento lui!) ha votato Pd, è da quel partito che si attenderà un controllo stringente sul sindaco e un’attività di proposta costante e volta a rendere più efficiente il lavoro dell’amministrazione.
Il caso del Pd è chiaramente esemplare in questo ragionamento, perché si tratta del più importante partito di opposizione e quindi è da questi che la gran parte dei cittadini non contenti del lavoro della Raggi si attendono una stringente attività di controllo. Attività che, ovviamente, dovrà essere anche opportunamente comunicata.
E quindi? Che stanno facendo gli eletti del Partito Democratico in Campidoglio? E cosa stanno facendo i dirigenti dello stesso partito sul territorio? Una domanda legittima, alla quale altrettanto legittimamente ho pensato di poter trovare risposta consultando la pagina Facebook del partito.
Pessima idea, perché lì non ho trovato nulla che potesse rassicurarmi. L’unica attività cui si fa cenno attraverso quel canale, infatti, è quella di propaganda per il referendum confermativo del 4 dicembre. Foto, appuntamenti e chiamate alla partecipazione non mancano, ma tutte sono dedicate alla stessa attività. Un quadro desolante e che non si riferisce solo agli ultimi giorni: si dovrà risalire almeno alla festa del partito di settembre per trovare qualche contenuto non segnato dall’hashtag #bastaunsi.
Non ci si dovrebbe fermare al primo dato, e certamente – cercando altrove – si sarebbe potuta trovare traccia di una alacre attività politica del Partito Democratico di Roma. Tuttavia, se anche fosse, non si capirebbe perché tale attività non sia degna dell’opportuna comunicazione. Il dubbio, prepotente, è che non ci sia molto da comunicare e che il Pd romano non stia facendo un bel niente per la città. Fatta eccezione per l’impegno dedicato alle riforme costituzionali, s’intende.
(L’immagine è stata pubblicata dal Pd Roma su Twitter. E sì, anche lì va così)