Ostia. Stessa spiaggia, stesse delusioni
Un nutrito numero di cittadini, riuniti in movimenti e associazioni, denuncia ormai da molti mesi lo stato di illegalità che condiziona il litorale romano: uno stato di cose che però non sembra appassionare il grande pubblico nonostante la rilevante portata degli interessi in gioco.
E’ il mare di Ostia a fare da sfondo a questa telenovela infinita fatta di piccoli passi avanti annientati poi da vertiginose ricadute. Come quella di pochi giorni fa, rappresentata dalla proroga speciale della concessione riservata a una quindicina di stabilimenti che insistono sullo spicchio di mare romano. Una notizia che è stata accolta con grande delusione da quanti fino ad oggi si sono impegnati per voltare pagina.
Il lungomuro è il simbolo di questa faida civile: tra il mare e la terra, tra cittadini a vario titolo interessati e tra attivisti che non sanno più ormai che pesci prendere. Liberare il mare di Roma, abbattere il muro che ne impedisce la vista, ottenere il rispetto dei diritti dei cittadini da parte dei concessionari è il mantra che continua a essere ripetuto, anche se tutto ora è sprofondato nella polemica politica, nella denuncia del complotto contro Marino e Sabella. L’ultima onda ha risvegliato anche l’ex assessore D’Esposito che ha annunciato reazioni e accessi agli atti. Anche il Verde Angelo Bonelli non ci sta e invita il prefetto Vulpiani a un’ispezione interna: «Vorrei sapere che fine ha fatto la richiesta di revoca per 17 concessioni istruita da Sabella». Una curiosità quanto meno legittima. MA poi, oltre questo? Quel che è certo è che la prossima estate rischia di avere lo stesso sapore di quella appena trascorsa. Una proroga anche per la delusione.