Giubileo, vinca il modello-Roma

Roma e Milano sono due capitali, una politica e l’altra finanziaria, che devono partecipare a un’idea di nazione quale oggi manca.
Ma se ci fosse proprio bisogno di assumere un modello di “capitale morale” per il nostro disgraziato Paese, perché scegliere la città – Milano – in cui si contano molte decine di indagati (ed alcuni arresti eccellenti, come ancora pochi giorni fa il vice Presidente della Regione Lombardia)?

Lo segnalo perché adesso la misura si fa colma: l’esempio di Expo contro l’immobilismo romano è indice di strabismo, si tratta di eventi diversissimi – anzi, antitetici – e di realtà non comparabili. Roma da sola è estesa come le dieci maggiori città italiane messe insieme e la dimensione delle sue criticità deriva da fattori estranei alle best practice milanesi. L’Expo ha saputo costruire nel bel mezzo di una vuota campagna un centinaio di padiglioni, cluster e ristoranti. Ha creato spazi espositivi innovativi e animazioni intelligenti. Il Giubileo della Misericordia è l’invito del Pontefice ai credenti, affinché si rechino a Roma, città Santa, preferibilmente a piedi, e camminando visitino le quattro Basiliche maggiori per ottenere la remissione dei peccati.
La parola “evento”, che oggi si usa a pioggia, non può rappresentare l’abissale distanza tra una roboante fiera e un momento di preghiera. Quest’ultimo si svolge nel contesto urbano più saturo del mondo occidentale: in quel centro della cristianità che, eletto capitale duemila anni fa, concentra in sé il 15 % del patrimonio artistico-culturale dell’umanità, compresso da 4,5 milioni di city users al giorno, tra residenti, pendolari, turisiti. Roma stacca ventidue milioni di biglietti ogni tre mesi, tra i Musei Vaticani, il Colosseo e il polo museale romano. Il doppio esatto di Expo, quindi, e assorbendo il peso di questa intensa interazione sul carico dei servizi, in primis dei trasporti pubblici, sovraesposti a un frequente collasso.
La sua natura di città-museo, fragile e preziosa, fa di Roma un orgoglio per l’Italia e l’Europa. Chiunque dovrà occuparsi delle sue sorti, metta da parte i modelli e si concentri sulla realtà di Roma, che non ha eguali.