Ma la Camera è vuota anche quando è piena

Le immagini della Camera dei Deputati vuota in occasione della “discussione” sul biotestamento le abbiamo viste tutti. Ora possiamo fare due cose: fermarci a invocare l’asteroide via social, come pure molto opportunamente in tanti abbiamo fatto, oppure aggiungere qualcosa.
Ad esempio possiamo domandarci com’è possibile che accada una cosa del genere. Prima di giungere alla scontata conclusione che i deputati non siano degni del loro mandato, leggiamo cosa ha detto a questo proposito  – smentendo la deriva “gentista” – la deputata del Pd Giuditta Pini. I virgolettati sono tratti dal sito de Il Foglio:

“Le leggi prima di arrivare in aula vengono discusse ed emendate per settimane o mesi in commissione e nelle commissioni pertinenti (questa in particolare è stata in commissione almeno 11 mesi), solo dopo che la commissione ha finito di votarla e modificarla passa all’aula”. E ancora:  il giorno della discussione generale, di solito lunedì, “possono parlare solo quelli iscritti dal gruppo nei giorni precedenti e c’è un massimo di minuti a gruppo. Il lunedì non si vota in aula, è una giornata che di solito il parlamentare usa per incontri sul territorio, giri nei ministeri e lavoro d’ufficio. E’ per questo che di solito l’aula è vuota”.

Se capiamo bene, i deputati non vanno in aula perché non devono né votare né, in larga maggioranza, prendere la parola. L’ipotesi di ascoltare chi si è iscritto a parlare sull’ordine del giorno non viene minimamente presa in considerazione.

Meglio fare i “giri nei ministeri” e non indaghiamo su che cavolo voglia dire perché vengono alla mente solo immagini raccapriccianti come quella della Madia che sbaglia indirizzo e si trova a parlare con un ministro per un altro. La Madia in seguito è divenuta essa stessa ministro. Lasciamo stare, davvero, ché poi un asteroide non basta.

Tornando all’aula vuota e respingendo con la coscienza abbastanza netta le giustificazioni offerte da Giuditta Pini, possiamo tornare a pensare candidamente che i deputati non siano degni del loro mandato e che è solo per questo che il Parlamento non sta funzionando correttamente.

È la scoperta dell’acqua calda perché quando il Parlamento non funziona bene, il motivo è sempre e solo questo: la scarsa qualità politica di chi lo compone.

Chi ha cercato di spacciare l’ultima riforma costituzionale per qualcosa che aveva un senso, ci ha bombardato con l’immagine di un Parlamento bloccato dal “ping pong” istituzionale determinato dal bicameralismo perfetto, laddove – come è fin troppo chiaro – il Parlamento si blocca esclusivamente quando manca la determinazione politica di farlo funzionare.
L’aula vuota dell’altro giorno è un esempio concreto di come il guasto parlamentare derivi da ben altro. Quando hanno voglia (leggi: quando chi li candida glielo ordina) i nostri rappresentanti approvano leggi a tempo di record e non si perdono una seduta dei lavori: non ci sono “incontri sul territorio” o “minister tour” che tengano.
Il problema, se volete un finale ad effetto, è che le aule parlamentari sono vuote anche quando sono piene.

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